Una serata indimenticabile con Nicola Piovani: arte, musica e narrazione alla Basilica di Santa Maria delle Grazie

Martedì 17 dicembre, la storica Basilica di Santa Maria delle Grazie ha offerto una cornice unica per “Note a margine”, lo spettacolo autobiografico del Maestro Nicola Piovani, organizzato dall’associazione culturale Aliis Tradere. Un pubblico numeroso ha riempito ogni angolo della basilica, accolto da un’atmosfera suggestiva, in un luogo che rappresenta uno dei gioielli del patrimonio artistico mondiale, protetto dall’UNESCO.

Piovani, premio Oscar per la colonna sonora del capolavoro La vita è bella, ha incantato i presenti con una performance che ha unito musica dal vivo e narrazione, conducendo il pubblico in un viaggio intimo e profondo attraverso i momenti più significativi della sua straordinaria carriera.

“Note a margine” è  un racconto autobiografico che svela il lato umano e creativo di uno dei compositori italiani più amati. Con leggerezza e sincerità, Piovani ha intrecciato note ed emozioni con aneddoti personali, evocando ricordi dei suoi incontri con figure iconiche del cinema e della cultura italiana.

Come ci ha raccontato Piovani stesso: Note a margine, è un titolo scelto per evocare qualcosa di personale e non sistematico, proprio come le annotazioni che si scrivono sui libri con una matita: piccoli appunti marginali che accompagnano la lettura di un passaggio significativo. Questo progetto ha avuto il suo primo embrione nel 2003, quando mi venne commissionato dal Festival di Cannes. L’idea era quella di suonare alcune delle mie musiche e introdurle raccontando qualcosa al pubblico. A quell’epoca il titolo scelto era La Leçon – un titolo che trovavo un po’ altisonante e presuntuoso. Quando, anni dopo, ho deciso di riprendere questa formula in Italia, la prima cosa che ho cambiato è stato proprio il titolo, scegliendo Note a margine: meno pretenzioso, più evocativo”.

La musica dalla colonna sonora de La Notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani ha aperto la serata. All’epoca, ha ricordato Piovani, aveva accolto con una certa leggerezza la proposta di musicare un film sulla Resistenza, considerandolo un tema ormai acquisito e superato. Oggi, quei valori della Resistenza, che sembrerebbero scontati, si rivelano invece ancora attuali e necessitano di essere riaffermati quotidianamente. Come diceva Primo Levi, la memoria è un dovere.

Piovani racconta con grande affetto anche  il suo legame con Federico Fellini, un capitolo fondamentale della sua carriera cinematografica. Collaborò con il grande regista negli ultimi undici anni della sua vita, lavorando a tre film. Eppure, sottolinea come sia difficile dire qualcosa di nuovo su Fellini, dal momento che il mondo intero ha già esplorato e celebrato ogni aspetto del regista, dell’artista e del pensatore.

Tra i ricordi condivisi, Piovani racconta di un giorno sul set de La voce della luna. Era nello studio di Fellini, sopra gli studi di Cinecittà, dove il regista si dedicava ogni mattina a scrivere le battute per gli attori da girare nella stessa giornata. Quel giorno Fellini gli mostrò la battuta finale del film, Piovani, impressionato, non ha mai dimenticato quelle parole, considerate quasi un testamento poetico di Fellini: “Eppure io penso che, se ci fosse un po’ di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire”. In un’epoca in cui il chiasso mediatico riempie ogni istante della nostra vita e il silenzio sembra essere temuto, queste parole sono più che mai attuali.

Piovani ci ha fatto scoprire attraverso il suo racconto  l’origine di un brano scritto per il film Good Morning Babylonia dei fratelli Taviani. L’ispirazione gli venne osservando una scena del film in cui un pianista accompagnava un film muto,  questi musicisti talentuosi e dimenticati.  

“La storia della musica ha privilegiato solo chi ha incontrato l’occasione giusta, come Johann Sebastian Bach, scoperto grazie a Mendelssohn. Basta pensare ai pochi nomi femminili, emersi solo grazie ai legami familiari, come Fanny Mendelssohn o Clara Schumann. Il talento, senza le giuste opportunità, può restare ignorato”.

Milo Manara

Sul palco, Piovani è stato accompagnato da Marina Cesari (sax), Marco Loddo (contrabbasso), e Vittorino Naso (percussioni). Al pianoforte, il Maestro stesso ha dato vita a un flusso musicale che ha saputo emozionare e coinvolgere, alternando melodie iconiche e nuovi arrangiamenti che hanno trasformato ogni brano in un’esperienza unica.

Particolarmente toccanti sono stati i momenti dedicati ai suoi brani più celebri, ma anche alle opere meno conosciute, rivelando la profondità del suo legame con la musica e la sua capacità di raccontare storie attraverso le note.

I disegni di Milo Manara hanno accompagnato i racconti dello spettacolo. Le collaborazioni tra Piovani e Manara sono numerose e significative. Ad esempio, Manara ha realizzato le illustrazioni per il film “La voce della luna”. In “Note a Margine”, i disegni di Manara vengono proiettati durante l’esecuzione musicale, creando un dialogo tra suoni e immagini che arricchisce l’esperienza dello spettatore. Manara, con il suo tratto inconfondibile, evoca figure e atmosfere che sembrano emergere direttamente dalle note. Le sue illustrazioni raccontano, suggeriscono e accennano, lasciando spazio alla fantasia, proprio come fa la musica. Il risultato è un intreccio perfetto di suoni e immagini.

Antonio Tamburro LUltima Cena al Femminile

L’evento ha rappresentato non solo un’opportunità per immergersi nell’arte di Piovani, ma anche un’occasione per sostenere le future iniziative culturali di Aliis Tradere, un’associazione nata con l’intento di promuovere la cultura nelle sue molteplici forme. A testimonianza di questo impegno, nell’atrio del Convento è stato presentato il dipinto di Antonio Tamburro, L’Ultima Cena al Femminile. Un’opera,  che potrebbe sembrare quasi sacrilega in un luogo che custodisce l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, ma che, al contrario, sottolinea l’apertura della Chiesa verso nuove visioni, del resto l’incarnazione non è certamente solo maschile, ma racchiude tutto il genere umano e quindi anche la donna. Come racconta l’artista stesso: “È un’opera che ridefinisce uno dei temi più iconici della tradizione cristiana. Con questo lavoro desidero celebrare la centralità della donna come portatrice di amore, forza e spiritualità, offrendo una lettura contemporanea e inclusiva del messaggio cristiano.”

La Basilica di Santa Maria delle Grazie, con la sua atmosfera straordinaria, ha esaltato la magia della serata, regalando al pubblico un’esperienza emozionante, ricca di musica e ispirazione.

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