Dal 25 gennaio al 10 febbraio 2025, la SPUMA – Venice Art Factory ospita l’ottava edizione di We Art Open, il concorso internazionale a cura di No Title Gallery, che offre una piattaforma di visibilità per artisti emergenti e affermati a livello globale. La mostra collettiva, curata da Silvia Previti, presenta le opere di 20 artisti internazionali selezionati attraverso un’open call da una giuria d’eccezione composta da esperti del settore, tra cui Domenico de Chirico, Albert Wrotnowski, Silvia Previti, Manuela Lietti e Vincenzo Alessandria, ciascuno dedicato a una specifica sezione del concorso: Pittura e Grafica, Scultura e Installazione, Fotografia, Video/Performance/Nuove tecnologie e la categoria dedicata agli studenti, HDEMIA.
L’opening del 25 gennaio alle ore 18:00 sarà preceduto dal talk internazionale Seagulls, Screams & Artificial Art: Exploring Synthetic Frameworks In Presenting and Creating Art, moderato dal direttore artistico di art-frame, Herwig Egon Casadoro-Kopp, con interventi di esperti del settore sull’intersezione tra mercato dell’arte e nuove tecnologie. Durante l’inaugurazione verranno inoltre annunciati i vincitori delle singole sezioni, con premi in denaro di 2.000 euro per il miglior progetto generale e 1.000 euro per il primo classificato della sezione HDEMIA, oltre a prestigiose opportunità espositive presso istituzioni come SV – Centro Espositivo San Vidal, 10&ZeroUno e Ma Project.
Il progetto espositivo di We Art Open 2025 si articola attraverso un percorso che esplora le diverse modalità espressive dei finalisti. Nella sezione Pittura e Grafica, emergono lavori come I would let this sweetness kill me di Eleonora Rinaldi, in cui il rapporto tra figura femminile e chimera si carica di tensione emotiva, giocando su colori accesi e una pennellata incisiva, e Reparto speciale di Rovers Malaj, che rievoca frammenti di storia dimenticata mescolando realtà e immaginazione, riflettendo sull’ingegno umano attraverso il tema dei piccioni viaggiatori.
La sezione Fotografia, invece, accoglie l’opera di Pei Shan Lee, artista taiwanese residente a Venezia, che intreccia influenze cinematografiche ispirate a Terayama Shūji, creando immagini sospese tra sogno e realtà, dove il corpo e i suoi legami con l’ambiente circostante si dissolvono in spazi indefiniti e poetici.
In Scultura e Installazione, l’opera Corpus Hominis di Federica Sutti trasforma l’ostia eucaristica in una riflessione sulla contaminazione ambientale, utilizzando una combinazione di microplastiche e materiali naturali per suggerire un parallelismo tra sacralità e inquinamento. Gianna Parisse, con Mundus Patet, affronta invece il trauma del terremoto del 2016, creando una narrazione che intreccia frammenti di memoria e paesaggi interiori.
La sezione dedicata a Video, Performance e Nuove Tecnologie esplora il rapporto tra spettatore e opera con Points of View di Enrico Antonello, che utilizza LED e plexiglass per indagare la mutevolezza della percezione visiva, invitando il pubblico a interagire con le prospettive offerte dall’installazione e a interrogarsi sulle dinamiche di osservazione e interpretazione.
Nella sezione HDEMIA, destinata agli studenti delle Accademie di Belle Arti, si distingue il lavoro di Massimo Pugliese, che con la tecnica della punta d’argento e l’inchiostro di china realizza un suggestivo polittico modulare ispirato alla dimensione onirica delle foreste. Le sue opere esplorano la connessione tra immagine e spazio, restituendo una dimensione meditativa e contemplativa.
La mostra si configura come un’occasione unica per esplorare le nuove tendenze dell’arte contemporanea, offrendo al pubblico una panoramica su linguaggi differenti che spaziano dalla pittura tradizionale alla sperimentazione tecnologica, in un dialogo continuo tra memoria, materia e percezione.
L’ottava edizione di We Art Open consolida il ruolo del concorso come piattaforma di crescita e visibilità per artisti di talento, sottolineando l’importanza della contaminazione tra discipline e dell’esplorazione di nuovi orizzonti creativi, in uno spazio espositivo d’eccezione come la SPUMA – Venice Art Factory, che per la prima volta ospita l’evento.