Fino al 28 gennaio 2024 il Palazzo Medici Riccardi di Firenze ospita una mostra monografica su Fortunato Depero, artista futurista italiano. La mostra si sviluppa seguendo cinque stanze del piano terra del palazzo, e presenta 47 opere realizzate dall’artista con tecniche miste: disegni, collage, dipinti e tarsie in panno, per un’esplosione di colori sgargianti, esseri dalle sembianze stravaganti e forme geometriche.
L’idea della mostra è nata da un’opera di Depero che fu donata dal collezionista Alberto Della Ragione al Comune di Firenze, come contributo simbolico alla “resurrezione” della città dopo l’alluvione del 1966. L’opera in questione è un olio su tela dal titolo Nitrito in velocità.
Quest’opera caratterizza una delle tre parti attorno alle quali si sviluppa la mostra. In particolare, rappresenta il fulcro della ricerca di Depero riguardo i temi della meccanizzazione del movimento e del mito del progresso. Il novecento futurista, infatti, fonda la sua essenza in un’arte e un’umanità intente a riconoscersi in una nuova era, fatta di potenza e vitalità meccanica. Queste sono le basi di una teoria artistica che mette in relazione velocità e realtà circostante, sviluppata da Depero e Balla nella Ricostruzione futurista dell’universo.
Questa serie di opere è caratterizzata dalla rappresentazione delle linee di forza dei vari soggetti raffigurati e da un ridondante uso della figura geometrica del triangolo. Immancabile, anche qui, la presenza di colori vividi, accuratamente sfumati e ombreggiati proprio con l’intento di dare un’idea di tridimensionalità.
Un’altra parte dell’esposizione è dedicata agli studi per scenografie, bozzetti e figurini, abitate da personaggi bidimensionali quali pupazzi, burattini e marionette. Un esempio è la serie de I Balli plastici, nata a seguito dell’esperienza con il coreografo russo Djagilev, che nel 1916 lo incarica di realizzare la scenografia e i costumi per Le Chant du rossignol di Stravinskij. Il progetto non va in porto ma dà l’avvio ad una nuova collaborazione di Depero con Clavel (poeta svizzero) e Casella (musicista italiano) per una versione rivisitata de I Balli plastici e messa in scena nel 1918 al Teatro Piccoli di Roma.
Le opere di questa parte sono realizzate attraverso vari supporti e tecniche: carta, tela, collage, colori a olio, stoffe. La terza parte è dedicata alla lavorazione degli arazzi e delle tarsie in panno, che vede come protagonista l’opera che dà il nome alla mostra: Cavalcata fantastica, un arazzo dalle dimensioni notevoli (376 cm × 237 cm) popolato da figure alquanto bizzarre.
Come ci dimostrano le opere in esposizione, durante la sua produzione artistica Depero è stato in grado di sperimentare svariati materiali e tecniche, riuscendo a fare dell’arte un mezzo di interessante e curiosa esplorazione del mondo.
La mostra antologica dell’artista è stata curata dal Museo Novecento di Firenze, costruendo un piacevole binomio tra l’arte futurista di Depero e l’architettura quattrocentesca del Palazzo Medici Riccardi.