Una fiera d’arte gratuita e aperta al grande pubblico, una piattaforma per artisti e creativi, un polo di incontro e confronto, ma soprattutto un punto di riferimento per la scena artistica contemporanea di Washington, D.C.: Umbrella Art Fair è innanzitutto un evento culturale che riunisce imprenditori creativi, artisti, curatori, creator, collezionisti e largo pubblico in una dichiarazione di indipendenza artistica.
La manifestazione, giunta alla quarta edizione, si è tenuta dal 15 al 17 novembre presso il distretto di Union Market nella capitale statunitense. Nata dalla visionaria collaborazione tra l’organizzazione artistica USAN USAN e l’organizzazione di sviluppo comunitario ed economico EventsDC, insieme al promotore immobiliare EDENS, a Union Market District e ad altri partner, la Umbrella Art Fair è rapidamente diventata una forza significativa nel panorama culturale di Washington e un importante motore economico per gli artisti e la comunità.
Un vero e proprio incubatore per l’arte contemporanea statunitense e internazionale, con un particolare focus sugli artisti dell’area di Washington: Umbrella Art Fair rappresenta un unicum nello scenario artistico locale e si distingue grazie a un innovativo modello di collaborazione che reinterpreta gli spazi commerciali inutilizzati trasformandoli in nuovi centri vitali per la comunità creativa e l’indipendenza artistica. Questo permette alla fiera di rimanere senza commissioni, destinando il 100% dei ricavi delle vendite ad artisti e curatori partecipanti, per la maggior parte donne e artisti BIPOC. I prezzi delle opere sono decisamente accessibili (variano dai 100 ai 12.000 dollari circa, anche se è possibile trovare stampe a meno di 100 dollari) consentendo così ad un pubblico variegato di avvicinarsi al mondo dell’arte.
L’edizione 2024 si è svolta in ben tre location di Union Market (Dock 5, la Plaza presso il Dock e due spazi commerciali nell’edificio Gables), per 1580 metri quadrati interamente dedicati agli oltre 100 artisti espositori, ai curatori e ad un interessante programma di attività e incontri.
Il progetto espositivo
Il principale partner curatoriale di Umbrella Art Fair 2024 è stato Torrents: New Links to Black Futures di CulturalDC, un programma volto ad esplorare nuove modalità per costruire un futuro per la cultura nera attraverso le arti visive, la tecnologia, la musica, il cinema e le performance. “Torrents” ha presentato undici artisti nello spazio espositivo di Dock 5 della fiera e la mostra From Atlanta to Venus, curata da Lisa Osborne di Flying Horse Studio: un’esposizione di opere e installazioni video che esplora ritratti di personaggi neri, reali e immaginari, sottolineandone l’assenza di rappresentazione tra gli archetipi con un impatto popolare e culturale globale (ruoli in gran parte riservati ai personaggi bianchi) ed evidenziando un problema più profondo, ovvero quello di chi ha il reale potere di immaginare e creare il futuro. La mostra si interroga quindi su cosa potrebbe succedere nel caso in cui fossero le persone nere a sognare e a plasmare i propri mondi, in un tentativo di reinvenzione della black identity.
Tra le altre sezioni curatoriali era presente anche la galleria incubatrice di talenti emergenti Hamiltonian Artists con una attenta selezione tra cui spiccavano le opere dell’artista e illustratrice Katty Huertas e due delicati lavori su carta dagli echi surrealisti e onirici dell’artista Neha Misra.
Tra i curatori, ricordiamo anche lo street artist Kelly Towles che, oltre a presentare alcune sue opere realizzate su mattonelle di ceramica bianca lucida ispirate alla cultura pop e manga di matrice giapponese (che lo ha fortemente influenzato a partire dall’infanzia), ha selezionato diversi artisti, e Gregory Cummins di The Collaboratory, con una selezione di ritratti di personaggi emblematici della cultura pop ad opera di artisti quali Chuck Styles, Phresh Laundry e Marly McFly, presente in fiera anche con alcune sue stampe e skateboard deck con gli iconici soggetti ispirati al mondo dei fumetti e dei cartoon.
Interessante anche il progetto curatoriale di Fabiola R. Delgado che, con la mostra collettiva Sanctuary: Reflections on Home, ha voluto esplorare il concetto di “casa” attraverso vari media (pittura, ceramica, disegno, collage), dove ogni opera riflette quello spazio intimo, emozionale, fisico e simbolico del nostro senso di appartenenza e familiarità. Tra i lavori presentati, le raffinate sculture in ceramica di Micheal e Mary Hart, i collage e i dipinti di Yocelin Ramirez e le opere di Rebecca Perez.
Nuovamente presenti anche all’edizione di quest’anno le colorate stampe su carta e le sculture in metallo e in acrilico lucido dell’artista e muralist Rose Jaffe, e i dipinti pop dello street artist Juan Pineda. E ancora, l’artista e attivista Maggie O’Neill che, oltre a presentare alcune sue opere dai cromatismi caleidoscopici che la contraddistinguono, ha curato una installazione site specific dedicata al progetto Vote For Your Daughter (volto a utilizzare l’arte come mezzo di sensibilizzazione e call to action sul tema della difesa i diritti delle donne e delle ragazze americane): una serie di sculture ispirate alla Fearless Girl di Kristen Visbal e realizzate in collaborazione con altri artisti che, grazie a QRcode, sono veicolo di informazione sulla situazione dei diritti delle donne nei vari stati americani. Nella giornata di sabato, O’Neill ha inoltre moderato un interessante panel sul tema dell’arte come mezzo di resistenza radicale gentile e come strumento di guarigione collettiva, dove l’artista assume il ruolo di motore del cambiamento, temi che oggi assumono particolare urgenza alla luce degli attuali risvolti politici statunitensi.
Tra gli astrattisti, da segnalare anche le opere di Alexandra Squire: una serie di piccoli dipinti acrilici dalle figure geometriche trasformati in blocchi grazie a lucidi strati di resina trasparente che conferisce nuovo volume, profondità e solida matericità ai lavori dell’artista.
Visitare la fiera è stato come immergersi in un universo fatto di energia, colore e creatività: il vivacissimo distretto di Union Market è molto amato dalla comunità creativa di D.C. e rappresenta uno dei quartieri più vibranti della città, tra tradizione e innovazione. Da uno sguardo panoramico sulla Umbrella Art Fair emerge una tendenza di grande prevalenza dell’arte pittorica, con alcune incursioni nella pratica del collage e della scultura. I dipinti, caratterizzati da influenze pop e street, si distinguono per l’uso di colori saturi e in contrasto, accompagnati da elementi che fanno riferimento in modo significativo alle culture BIPOC, come riflesso di un’intima necessità. Diverse opere esposte richiamano anche temi legati all’attivismo, all’impegno sociale e politico, rivelando un profondo legame con le questioni identitarie e culturali da parte degli artisti.
In questo senso, molto interessante il lavoro delle artiste Sanah Brown-Bowers e Lex Marie, entrambe selezionate da Torrents per Umbrella: Brown-Bowers, pittrice e scultrice originaria di New York, ha saputo reinterpretare il proprio patrimonio culturale e familiare in modo originale e profondamente personale.
Tra le sue opere spicca Robo-Nana, una grande scultura in legno e mixed media che custodisce nel suo cuore una wunderkammer: un microcosmo di riferimenti e testimonianze culturali e familiari care all’artista. L’opera è stata reinterpretata anche in forma di collectible declinate in diverse varianti cromatiche. Accanto a queste sculture, Bowers ha presentato una serie di tavole in legno ricavate da taglieri, decorate con collage e resina, che evocano l’intimità della vita domestica, raffigurando personaggi e tematiche legate al suo retaggio culturale.
Marie, artista multidisciplinare proveniente dal Maryland, crea dipinti, sculture e installazioni capaci di riflettere le sue esperienze personali, ma che al tempo stesso incarnano le storie e le esperienze condivise da molti appartenenti alla diaspora africana. In occasione di Umbrella Art Fair, Lex Marie ha esibito una serie di opere tessili dal forte impatto visivo ed emotivo utilizzando indumenti, stoffe e materiali sintetici. Particolarmente incisiva l’opera “Covered”, una grande tela colorata creata con tessuto di paracadute, pagine prese dalla Bibbia, pastelli e pittura spray.