In tempi di riscoperta del futurismo, forse, era davvero destino che vincesse proprio lui: stiamo parlando di Roberto Floreani, 69 anni, tra gli astrattisti considerati ormai “storici” in Italia, con un passato di mostre significative in musei pubblici e gallerie importanti (lavora tutt’ora con Sperone, una delle più importanti gallerie italiane sbarcate anche negli Stati Uniti, e con la galleria Russo a Roma), e, non ultimo, benché artista, è anche studioso e grande esperto del futurismo. Non in maniera sporadica o amatoriale: su Boccioni ha pubblicato un libro estremamente documentato e scientifico, Umberto Boccioni Arte-Vita, pubblicato da Electa, ed è forse l’unico, in Italia, a riproporre, in maniera filologica ma anche con grande coinvolgimento emotivo, le celebri serate futuriste, che continua a portare in giro per i teatri italiani recitando lui stesso con l’accompagnamento di “rumorismi” e “aerodanze”.
Non è finita: quest’anno, si è tramutato anche in curatore, curando una bella e ampia mostra pubblica sulla storia della Pop e del Beat italiani, “POP/BEAT – Italia 1960-1979, Liberi di Sognare” alla Basilica Palladiana di Vicenza. E, sempre in questo fatidico 2024, ha iniziato a scrivere per diversi giornali, specializzati e non (tra questi c’è anche il nostro magazine), testi critici, teorici, storici, polemici. Insomma, un artista che ha un lavoro di grande complessità e profondità (quest’anno con un ciclo di lavori completamente nuovo, sul tema delle Soglie), ma che, come i suoi colleghi futuristi cento e passa anni fa, è anche un intellettuale a tutto tondo. Forse è per questo che i lettori di Artuu, che anche quest’anno, come l’anno passato, hanno partecipato in massa alle votazioni del premio, hanno premiato proprio lui tra i 30 finalisti scelti dalla nostra giuria di critici selezionatori.
Ma Floreani naturalmente non è il solo vincitore. Se lui si è aggiudicato il primo posto, al secondo posto è arrivata una donna artista: Sara Forte. Anche lei astrattista – elemento che può a buon diritto indurre una riflessione, se si pensa che lo scorso anno, sui tre vincitori, almeno due, Giuseppe Veneziano e Chiara Calore, erano pienamente figurativi, mentre solo il terzo, Andrea Crespi, virava verso l’astrazione. Astrattista, dunque, Sara Forte, e anche lei con un anno alle spalle assai fortunato e pieno di appuntamenti significativi: mostre in spazi pubblici, come quella al palazzo della Regione Lombardia a cura di Angelo Crespi, oggi direttore della Pinacoteca di Brera, in spazi privati e molte partecipazioni in collettive di rilievo. Segno di un ritorno all’astrazione, dunque? Dato interessante che, dopo la sbornia di pittura figurativa degli anni passati, si sia tornati a un oggettivo ritorno di interesse, sia della critica che del collezionismo, verso le esperienze aniconiche. Non si può negare, dunque, che i due primi nomi usciti dalla rosa dei finalisti – un astrattista considerato ormai “classico”, e una di nuova generazione – rappresentino in qualche modo al meglio le tendenze del momento.
Il terzo, Nello Petrucci, è in qualche modo un outsider all’interno del sistema dell’arte italiano, in quanto si è sempre mosso in maniera trasversale, vuoi come filmaker, documentarista, organizzatore di manifestazioni come il Pompei Street Festival, oltre che lui stesso street artist in prima persona e naturalmente artista a tutto tondo. Anche in questo caso, un segnale, che come tale va salutato con grande interesse, che rappresenta la ricerca, da parte del pubblico, di figure trasversali, non inquadrate in un unico linguaggio. Altro elemento di grande rilevanza, la forte carica di impegno sociale che contraddistingue il lavoro di Petrucci, primo fra tutti l’appoggio alle lotte delle donne iraniane sul tema dei diritti.
Ora, i tre vincitori, come ogni anno, avranno articoli dedicati e interviste esclusive sul nostro magazine, divenendo insomma, per qualche mese, “compagni di strada” del nostro magazine e dei nostri lettori.
Come l’anno passato, il premio ha avuto un grande successo e un’ampia partecipazione da parte del pubblico. I tre vincitori sono stati scelti su una selezione di 30 artisti italiani selezionati da una giuria di critici di chiara fama (a cui ha partecipato anche il vincitore dello scorso anno, Giuseppe Veneziano), presieduta dal nostro direttore artistico, Alessandro Riva. Nei prossimi giorni, dunque, cominceremo con la prima intervista, quella dedicata al primo classificato, Roberto Floreani, seguita dalle altre due nelle settimane immediatamente successive. A ritrovarci presto dunque con gli approfondimenti, per conoscere meglio i vincitori di questa edizione di un premio che ogni anno di più va consolidandosi come uno dei più significativi del panorama artistico italiano.