Nel panorama dell’architettura, quasi esclusivamente di appannaggio maschile, due donne hanno saputo imporsi con la creatività del loro estro artistico.
GAE AULENTI
Architetto e designer di fama internazionale, tra i personaggi più influenti della storia dell’architettura contemporanea, Gaetana “Gae” Aulenti (1927-2012) nasce nella provincia di Udine e si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1954. Formatasi con Ernesto Nathan Rogers (tra i progettisti di Torre Velasca) e Vittorio Gregotti nella Milano degli anni ’50 in cui si cercava di recuperare i valori architettonici del passato in funzione dell’ambiente circostante e che porterà alla nascita dello stile Neoliberty. La Aulenti ha saputo guardare con occhio critico all’evolversi del modernismo, convinta che in campo architettonico bisogna essere: sintetici, analitici, estetici e profetici. Sosteneva che bisognava progettare per un senso collettivo e non per blasfemia individuale. Afferma: “Credo che il luogo sia innanzitutto un fatto concettuale cioè un fatto di cultura: infatti se si opera a Parigi, a Barcellona, a Milano o a Roma, le condizioni culturali sono diverse. Capire queste diversità e conoscerle, diventa, per chi si accinge a progettare, una necessità, in quanto si deve operare in continuità con la tradizione di un luogo”.
Collaboratrice della rivista “Casabella-Continuità” , insegna allo IUAV di Venezia e al Politecnico di Milano. È stata membro del comitato esecutivo della Triennale di Milano, Presidente dell’Accademia di Belle arti di Brera, ha lavorato a progetti in moltissime città italiane e nelle principali capitali straniere. Inizia una proficua collaborazione con Olivetti, Fiat, Max Mara, aziende per le quali Aulenti realizza showroom, uffici ed esposizioni in Italia e all’estero. Realizza scenografie per la RAI, la Scala di Milano e per il Teatro dell’Odéon di Parigi. Nel 1965 disegna e crea la sua celebre lampada da tavolo “Pipistrello” che la porterà alla notorietà, ideata come site specific in occasione dello showroom di Olivetti realizzato a Parigi.
Oltre alle opere di industrial design, di cui fu tra le protagoniste di primo piano, nella sua lunga carriera spiccano in modo particolare lavori di architettura d’interni e una serie di importanti ristrutturazioni e allestimenti museali tra i quali la Gare d’Orsay di Parigi trasformata in Museo (1986), Palazzo Grassi a Venezia (1986), il Museo Nazionale d’Arte Catalana a Barcellona (1995), le Scuderie Papali a Roma (2000), l’Asian Art Museum a San Francisco (2003) solo per citarne alcuni.
ZAHA HADID
Zaha Hadid (1950-2016) archistar di fama mondiale è stata considerata la personalità più importante dell’architettura contemporanea declinata al femminile. Nata a Baghdad, si laurea prima in Matematica all’Università americana di Beirut e poi studia all’Architectural Assiociation di Londra laureandosi nel 1976. Dopo pochissimi anni fonda nella capitale britannica il suo primo studio professionale denominato Zaha Hadid Architects (ZHA). Il suo stile versatile e dal grande impatto visivo mette in luce una creatività non comune che desidera oltrepassare i limiti spaziali allontanandosi dagli schemi tradizionali. Il suo lessico architettonico particolarissimo, caratterizzato dall’applicazione di alte tecnologie e dall’uso di materiali quali vetro, acciaio, lastre di titanio e plastica, si colloca all’interno del moderno decostruttivismo. Le sue opere fluide e leggere si presentano modellate da strutture curve; alcuni critici hanno definito il suo stile una sorta di nuovo barocco. Afferma: “Sono sempre stata interessata al concetto di frammentazione e all’idea di astrazione ed esplosione, de-costruendo le idee della ripetitività e della produzione di massa”; il suo primo lavoro è stato molto influenzato dalle avanguardie russe, in particolare da Kasimir Malevich, di cui dice: “Malevich ha scoperto l’astrazione come principio sperimentale che può spingere il lavoro creativo a livelli d’inventiva mai visti prima; questo lavoro astratto mi ha permesso grandi livelli di creatività”. La sua ricerca e sperimentazione era indirizzata a ridurre l’architettura ai suoi elementi essenziali integrandola nella topografia naturale mediante sistemi molto complessi.
Nel 1983 riceve il primo riconoscimento internazionale vincendo il concorso per The Peak Leisure Club di Hong Kong; nel 2004 è stata la prima donna a ricevere il prestigioso Pritzker Prize. Importanti musei d’arte contemporanea tra cui MOMA, Guggenheim e Deutsches Architektur Museum hanno dedicato delle retrospettive ai suoi progetti architettonici. La sua attività si è rivolta anche a molti campi del design e dell’interior, tra i quali si segnalano le collaborazioni con Lacoste, Louis Vuitton e Swaroski. Il suo studio, con oltre 30 anni di attività e quasi un migliaio di progetti in tutto il mondo, è uno dei principali punti di riferimento nel panorama architettonico odierno. Tra le sue opere più importanti: il London Aquatics Centre dove si tennero le Olimpiadi di Londra del 2012; il Centro culturale polifunzionale Heydar Aliyev a Baku in Azerbaigian; il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma; il Museo della Scienza Phaeno a Wolfsburg in Germania; la sede dell’Opera di Guangzhou in Cina; la Stazione della funicolare di Innsbruck; il New National Stadium di Tokyo; la Stazione marittima di Salerno e quella di Napoli Afragola.
Header: Heydar Aliyev Centre di Baku. Free copy.