A Brooklyn una nuova opera d’arte pubblica di Tavares Strachan

Un’enorme scritta al neon esposta in una piazza del distretto di New York interroga i passanti sul significato di “appartenere”

L’artista Tavares Strachan ha regalato un’opera d’arte pubblica di forte impatto alla piazza del Barclays Center di Brooklyn, un’arena che divide le strade più trafficate del distretto. 

Si tratta di una gigantesca scritta al neon leggibile da più punti vista: la prima metà della frase recita “You Belong Here” a caratteri cubitali, la seconda metà “We Belong Here”.

L’obiettivo dell’opera di Strachan è invitare gli abitanti del distretto, che ogni giorno si riversano nella metropolitana di Barclays, a porsi delle domande circa il significato del concetto di “appartenenza”. Sono quindi numerose le sfaccettature che queste gigantesche scritte al neon possono assumere, anche grazie al rapporto che si è venuto a creare con il contesto urbano. 

Dopo l’inaugurazione dell’Atlantic Yards nel 2008, progetto da 6 miliardi di dollari pensato per il distretto di Brooklyn di cui Barclays fa parte, l’area è stata rivalutata grazie ad affitti e prezzi commerciali schizzati alle stelle e inoltre, dopo l’omicidio di George Floyd risalente allo scorso maggio, la piazza è diventata luogo di protesta.

L’artista delle Bahamas, che vive e lavora ad Harlem, afferma “Questo luogo significa così tante cose diverse per così tante persone, e ciò che è importante per me è la possibilità di contribuire al suo discorso continuo.”

Per questo progetto, Strachan ha collaborato con Clara Wu Tsai, filantropa e attivista per la giustizia penale dietro la Tsai Foundation e co-proprietaria dei Brooklyn Nets, squadra di casa del Barclays Center. 

“Le arti sono un potente strumento per ispirare un cambiamento sociale duraturo e spero che le parole di appartenenza di Tavares risuonano in tutti coloro che passano attraverso la piazza del Barclays Center” – afferma Wu Tsai. 

Cover photo credits: Tavares Strachan, “Belong / Brooklyn,” 2021, at Barclays Center, New York. Courtesy of the Joe and Clara Tsai Foundation’s Social Justice Fund.

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