L’esposizione celebra la carriera dell’artista, con opere provenienti dalle collezioni di New York e di Venezia
Dal 25 febbraio al 21 agosto 2022 il Museo Guggenheim Bilbao, con il patrocinio di BBK, presenta Jean Dubuffet: fervente celebrazione, un’esposizione che esamina i decenni decisivi della carriera di Jean Dubuffet, dai suoi primi momenti di creazione artistica negli anni quaranta fino alle ultime serie che completa nel 1984.
La mostra è composta dai vasti fondi del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, completata da una selezione di opere provenienti dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
La possibilità di presentare un completo percorso sulla carriera di questo artista fondamentalmente con opere della collezione del Museo Guggenheim di New York si deve alla stretta relazione che questa istituzione ha mantenuto con Dubuffet.
Il museo gli ha dedicato tre grandi esposizioni nel corso della sua vita: Jean Dubuffet 1962-66 (1966), Jean Dubuffet: A Retrospective (1973) e Jean Dubuffet: A Retrospective Glance at Eighty (1981). Inoltre ha collezionato la sua opera approfonditamente, iniziando dall’acquisizione di Porta con gramigna (Porte au chiendent, 1957) nel 1959.
L’ARTISTA
Jean Dubuffet nasce a Le Havre, Francia, nel 1901. A 17 anni inizia a studiare arte nella prestigiosa Académie Julian. Negli anni successivi continua a essere legato alla comunità artistica di Parigi ed è in rapporto con autori come Raoul Dufy, Juan Gris, Fernand Léger, André Masson e Suzanne Valadon. Nel 1923 ha l’opportunità di vedere il lavoro dell’artista spiritista Clémentine Ripoche e l’anno successivo scopre il libro del Dott. Hans Prinzhorn L’arte dei folli. Questi incontri inaugurano un’ammirazione profonda e duratura di Dubuffet per l’arte creata da spiritisti, bambini e persone tormentate da malattie mentali, un tipo di arte che in seguito denominerà Art Brut.
Durante gran parte degli anni ‘20 e ‘30, Dubuffet lavora nell’azienda familiare di distribuzione di vini. È nel 1942, a 41 anni, mentre abita a Parigi, occupata dai nazisti, che decide di dedicarsi all’arte. Dubuffet completa la sua produzione artistica con pubblicazioni e conferenze in cui spiega la sua idea che i meccanismi della cultura convenzionale siano moribondi, asfissianti, e debbano essere abbandonati.
Dal 1962 fino all’inizio degli anni ‘70, Dubuffet esegue il suo corpus più vasto, il ciclo Hourloupe. Si tratta di dipinti e sculture che si distinguono per le trame di celle intrecciate, molte di esse piene di righe parallele, spesso di colore rosso, blu e bianco. Nonostante questo ciclo comporti un cambiamento stilistico significativo, rimane fedele all’impegno dell’artista di riallineare la visione dell’arte e del mondo – quella sua e quella del pubblico – in maniera più ampia. Con Hourloupe, presente nell’esposizione insieme alle opere Nunc Stans (1965) e Bidon l’Esbroufe (1967), Dubuffet stabilisce un lessico con il quale crea ed esplora un universo fantastico e in espansione, unificato attraverso una stessa espressione visiva e che gli consente di approfondire argomenti epistemologici e fenomenologici.
Durante l’ultimo decennio della sua vita, Dubuffet si concentra sui meccanismi della mente, in particolare per quanto riguarda il suo rapporto con il mondo esterno. Attirando l’attenzione su queste funzioni mentali, spera di ispirare maniere di pensare nuove e libere.
Cover Photo Credits: Courtesy: Jean Dubuffet, El malentendido (La Mésentente), 12 de marzo, 1978, Acrílico sobre papel, montado sobre lienzo, 139,4 x 241,9 cm, Solomon R. Guggenheim Museum, Nueva York, Por intercambio 86.3405 © Jean Dubuffet, VEGAP, Bilbao, 2022