Parlare di Alberto Garutti, significa parlare di un uomo che ha scelto di interrogare il mondo come fosse un’opera d’arte, come se ogni spazio fosse un foglio bianco e ogni persona una possibilità di dialogo. Con lui, l’arte pubblica è diventata qualcosa che non si osserva soltanto: si vive, si attraversa, si incrocia camminando per strada, si sente sulla pelle come un pensiero che non smette di vibrare. Ieri il il MAMbo ha presentato la sua monografia al Madre di Napoli, la più ampia ricognizione a lui dedicata.
L’idea di questo progetto editoriale ha radici lontane: è il frutto di un incontro, avvenuto nel 2012, tra due giganti del pensiero artistico, Alberto Garutti e Germano Celant. Due menti in dialogo costante, che già nel 2015 avevano iniziato a immaginare questa mappa complessa e ricchissima di riflessioni. Ora, grazie all’instancabile lavoro dello Studio Celant, questo volume vede finalmente la luce. Contiene saggi, cronologie, pensieri inediti dello stesso Garutti, che in queste pagine si racconta con quella voce limpida e provocatoria che ha saputo scuotere la scena artistica europea per oltre cinquant’anni.
Ogni opera di Garutti è un dispositivo aperto: è come un incantesimo che trasforma la città, il museo, il paesaggio. Non impone, non aggredisce: si insinua, si adagia, ti sussurra all’orecchio una domanda sottile. L’artista non ha mai voluto costruire monumenti, ma piuttosto innescare dialoghi, rompere il silenzio della routine quotidiana con gesti che diventano narrazioni, con segni che ti ricordano che anche il più anonimo dei passanti è protagonista, spettatore, artefice. Questo volume celebra la sua capacità di riempire il vuoto con la presenza, di trasformare il vuoto stesso in una presenza.
Attraverso tre registri critici, questo libro ci guida alla scoperta di un linguaggio sperimentale, innovativo, che ha ridefinito i confini dell’arte pubblica e site-specific. Ogni pagina è una tessera di un mosaico che copre cinquant’anni di vita e di creazioni, tracciando un percorso fatto di opere che si confondono con il contesto, che si fanno eco della realtà circostante e che, al tempo stesso, le danno una nuova forma. L’attenzione al luogo, il rispetto per la comunità, la sfida alla retorica istituzionale: sono questi i concetti chiave su cui si fonda il lavoro di Garutti, esplorati in un volume che non si limita a documentare, ma che costruisce un vero e proprio atto d’amore verso l’artista e la sua poetica.
Alberto Garutti ci ha lasciato nel 2023, ma la sua voce risuona ancora, forte e chiara, in ogni opera che ha creato, in ogni luogo che ha trasformato. Questo libro, che si avvale della collaborazione di istituzioni prestigiose come il Centre Pompidou-Metz, il museo Madre di Napoli, il MAXXI di Roma e il Kunstmuseum Liechtenstein, è un tributo all’eredità di un uomo che ha saputo fare della sua arte una dichiarazione d’amore al mondo. Nei prossimi mesi, un fitto calendario di presentazioni attraverserà musei italiani ed esteri, perché il pensiero e l’arte di Garutti continuino a viaggiare, a intrecciarsi con altre vite, a farci sentire, ancora una volta, parte di qualcosa di più grande.