All’ADI Design Museum una mostra sull’evoluzione della Radio

La radio, simbolo di modernità e connessione globale, continua a rivelare storie inattese e profonde connessioni tra estetica e tecnologia. In un momento in cui l’evoluzione tecnologica ha reso quasi invisibile il concetto di radio tradizionale, la mostra “Radio Design: l’evoluzione estetica degli apparecchi radiofonici” ci invita a esplorare come il design abbia trasformato questo dispositivo da oggetto tecnico a icona culturale. La radio non è solo un mezzo di comunicazione, ma un medium che, più di altri, ha trasformato il modo in cui percepiamo la modernità, rivelandosi una sorta di specchio delle trasformazioni estetiche e sociali del XX secolo. In occasione del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi e dei 100 anni dalla prima trasmissione radiofonica pubblica, l’evento presso l’ADI Design Museum di Milano e la Fondazione Cirulli di Bologna ci invita a ripensare il ruolo della radio nella storia del design.

Dal punto di vista critico, la mostra offre una riflessione sul rapporto tra tecnologia e design, evidenziando come le trasformazioni della società si siano riflesse nell’evoluzione degli apparecchi radiofonici. La radio non è stata solo un dispositivo tecnologico, ma un catalizzatore di cambiamenti culturali e sociali. Ogni epoca ha utilizzato la radio per proiettare le proprie aspirazioni, le proprie paure e la propria visione del futuro. Dai primi modelli a valvole, che trasmettevano una sensazione di sofisticazione e progresso tecnologico, alle eleganti radio di design degli anni ’50 e ’60, il percorso evolutivo della radio ha rappresentato una continua negoziazione tra funzionalità e simbolismo.

L’esposizione presenta oltre 50 modelli provenienti dalla collezione privata di Davide Vercelli, progettista e curatore della mostra, che guida il visitatore attraverso un viaggio affascinante tra stili, materiali e tendenze. Il percorso espositivo si sofferma su aziende iconiche come Braun, Ducati e Brionvega, e progettisti di spicco come i fratelli Castiglioni, Zanuso e Sapper, Le Corbusier, Starck, Panton e Loewy. Ciascuno di questi nomi rappresenta un contributo fondamentale alla comprensione di come il design degli apparecchi radiofonici abbia rispecchiato i valori e le aspirazioni del proprio tempo, dimostrando che il design non è mai stato solo una questione di forma, ma sempre di significato.

Uno dei temi centrali della mostra è l’introduzione dei transistor, che ha rappresentato una rivoluzione tecnica ed estetica, permettendo la miniaturizzazione dei prodotti e aprendo la strada a nuove forme e materiali. Con l’avvento della plastica, dai primi esperimenti con la bachelite ai moderni tecnopolimeri, il design radiofonico ha potuto esplorare un’estetica più accessibile e versatile, trasformando la radio in un oggetto di consumo di massa, simbolo di accessibilità e democratizzazione del design. Gli oggetti di design non sono solo funzionali; essi raccontano le aspirazioni e le contraddizioni di una società che cerca di rappresentarsi attraverso forme, colori e materiali.

Pop Shop Radio Keith Haring 1985

La radio ha avuto anche un ruolo significativo come strumento politico e culturale. La mostra esplora questo aspetto, presentando esempi di come la radio sia stata utilizzata come mezzo di propaganda e di unità nazionale. In Italia e in Germania, per esempio, è stata cruciale per diffondere messaggi politici e culturali durante periodi di grande instabilità. Riflettendo sull’uso della radio come strumento di controllo e di emancipazione, emerge come la radio non sia mai stata un medium neutrale, ma piuttosto un agente attivo nelle dinamiche di potere, capace di plasmare mentalità collettive e orientare comportamenti. Vengono inoltre esplorate altre fasi storiche, come la radio modernista del concorso lanciato da Gio Ponti e l’estetica della Space Age degli anni Settanta, in cui la radio divenne anche un simbolo di esplorazione e innovazione.

“Radio Design” si presenta quindi come un’analisi critica che esplora le diverse “vite” della radio attraverso i contesti socioeconomici, le storie personali e le invenzioni dei progettisti. La radio emerge come un oggetto che, pur restando fedele alla sua funzione originaria di trasmettere suoni e notizie, si è trasformato nel tempo per rispondere a bisogni sempre nuovi, dall’essere uno strumento di intrattenimento a un dispositivo multifunzionale. La sua evoluzione estetica riflette, in definitiva, l’evoluzione stessa della società: un cambiamento che va oltre il semplice progresso tecnologico e che abbraccia questioni di identità culturale, economica e politica. Il design della radio, in questo senso, non è solo una storia di linee e materiali, ma anche una storia di idee e di ideologie, una narrazione che racconta la complessità del nostro rapporto con la tecnologia e con il potere.

Davide Vercelli, con il suo studio fondato nel 2005 e un approccio multidisciplinare, ha curato numerosi progetti di design e comunicazione, affiancando i clienti come consulente globale. Docente presso lo IED di Torino e Guest Professor presso il Politecnico di Milano, ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui selezioni per l’ADI Design Index, menzioni d’onore al Compasso d’Oro, premi Young & Design, Design Plus, International Design Awards, Good Design Awards, IF Design e Archiproducts Design Awards.

I dettagli della mostra: l’edizione di Milano si terrà dal 5 al 27 settembre presso l’ADI Design Museum, un centro culturale che promuove il design attraverso una collezione permanente e mostre tematiche internazionali. L’edizione di Bologna avrà luogo dal 4 al 31 ottobre presso la Fondazione Cirulli, un’istituzione che celebra la cultura visiva italiana del Novecento, situata in un edificio storico progettato da Achille e Pier Giacomo Castiglioni.

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