Antoh Mansueto, gli Altroviani al Grand hotel Telese. Tra creatività umana e Intelligenza Artificiale

Pensate di arrivare, al buio, in un giardino, e scoprire d’un tratto, in mezzo agli alberi e alla vegetazione, una torre che svetta alta nel cielo, illuminata solo da strani segnali geometrici, dotati di una luce fosforescente, che sembra nascondere in sé qualcosa di non umano, forse di alieno. L’impatto è a dir poco sorprendente: spettacolare, certo, ma non meramente scenografico.

La Torre dei sogni segreti di Antoh Mansueto nel giardino del Grand Hotel Telese

Quella torre (una semplice ciminiera, o un sacrario, o un monumento, o forse un faro per dettare la via a chissà quali visitatori dello spazio?), ci catapulta istintivamente in un universo altro, del tutto sconosciuto: un altrove, forse colonizzato, chissà quanto tempo fa, da esseri alieni, o robotici, che nel loro passaggio su questa terra si siano però lasciati dietro tracce non eludibili della loro presenza – rovine, indizi, avanzi, testimonianze difficili da decifrare, o forse, chissà, anche strani segnali stradali del futuro, quasi ci trovassimo in una sorta di rivisitazione, calata mani e piedi nel nostro presente, di quell’universo fantastico, ma alle volte così plausibile, che due scrittori geniali mai abbastanza riscoperti, i fratelli Strugatskij, avevano messo in scena nel loro romanzo più famoso, Picnic sul ciglio della strada, poi portato sullo schermo da quello straordinario regista che è Andreij Tarkovskij con il celeberrimo, e celebratissimo, Stalker: e davvero, questa sorta di torre d’avvistamento di un altrove sconosciuto o arco di ingresso di una “zona” nella quale si avverte inaspettatamente la presenza di strani fenomeni e di altrettanto strani rimasugli di esistenze non umane – accumulatori eterni, gusci energetici, antigravitometri, scatole d’argilla gassata e trappole magnetiche –, sembra appartenere a una capsula del tempo proveniente dal futuro, o da uno dei miliardi di universi paralleli che si dice esistano da qualche parte, nei gangli misteriosi dello spazio-tempo.

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

E allora, viene spontaneo chiedersi: quella luce che traspare dai segnali disseminati sulla ciminiera, non sarà per caso una riproposizione di quel bagliore smeraldino che, nel romanzo dei fratelli Strugatskij, rappresenta “l’alba verde della Zona”?

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

Quel che è certo, è che questo misterioso monumento altro non è, invece, che la Torre dei Sogni segreti, opera dell’artista di origine napoletana Antoh Mansueto, allievo e amico, ai suoi tempi, di un grande genio fuori dagli schemi come Bruno Munari,una carriera di manager di successo per molti anni, e oggi brillante e geniale inventore di un mondo parallelo, creato con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale, dove una razza di bizzarrissimi, colorati, complicatissimi personaggi, che sembrano mezzo alieni e mezzo robot, si muovono in un misterioso mondo parallelo, per metà realistico e riconoscibile e per metà cartone animato, guardandoci con strani occhi e camminando, visitando mondi, incontrandosi tra di loro e, si immagina, comunicando anche tra loro in qualche modo; incrociando, sul loro cammino, vestigia che paiono provenire dal nostro mondo, ma che qualcosa – un dettaglio, un colore, una forma assurdamente allungata o stranamente sghemba – rendono incongruente e irreale.

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

Il giardino nel quale è allocata la misteriosa Torre dei sogni segreti è invece parte di una struttura molto particolare: il Grand Hotel Telese Terme, un’affascinante villa ottocentesca trasformata in hotel termale, dove, tra piscine, acque termali, scaloni monumentali ed eleganti saloni arredati come fossero usciti da un’altra epoca, è possibile ammirare, dislocata lungo le pareti dell’albergo, fino al 15 ottobre 2024, anche una vasta selezione di opere dell’artista, tra le quali spicca, per l’originalità, l’eccentricità e la stravaganza, l’ultima serie di quadri, quella che l’artista stesso ha denominato degli “Altroviani”.

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

Ma chi sono gli Altroviani? Non lo sappiamo. Sono creature strane: mostri dall’aria innocua, buffi robottini, astronauti provenienti da un altro pianeta. Quel che è certo, è che compaiono nei quadri di Mansueto come a volte ci capita di veder comparire degli strani esseri (che sul momento non ci sembrano neanche tanto strani) all’interno di un sogno: immagini del nostro inconscio, visitatori di un altro universo, ricordi ancestrali di un passato remotissimo infisso nella nostra memoria profonda. Sono, ci dice l’artista, “turisti nel nostro presente”.

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

Ma provenienti da dove? “Non parlo di onirico e di inconscio, come intendeva fare il surrealismo originario, ma parlo dell’altrove e del domani, affermandone l’importanza, rispetto ai falsi fasti di un presente pur determinante, e raccontandolo con l’immaginazione”, in un furibondo melting pot linguistico in cui Intelligenza Artificiale, arte digitale e pittura tradizionale si fondono in una dimensione ’“altra”, quella della nostra immaginazione.

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

“Sì, utilizzo l’Intelligenza Artificiale da qualche anno”, ci spiega l’artista. Scoperta grazie alle sue due figlie, per Mansueto questa tecnica è divenuta subito una sfida per provare a spaziare con l’immaginazione senza più alcuna restrizione o timidezza. “In fondo”, dice l’artista, “utilizzare la AI è un po’ come avere cento assistenti, a cui tu chiedi di realizzare un dipinto a partire da alcuni input di base, e loro ti consegneranno cento prove, tutte diverse una dall’altra. Poi”, spiega ancora l’artista, “la difficoltà consiste nello scegliere, nell’orientare, nel continuare incessantemente a ricercare, a cambiare, a trovare soluzioni sempre nuove, in base agli stimoli offerti dall’Intelligenza Artificiale, e indirizzare la stessa AI a trovare sempre altre e altre soluzioni innovative, fino a che non salta fuori quella che sentiamo come quella giusta. In qualche modo è una lotta, un combattimento incessante con la macchina”, dice.

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

Una lotta, dunque, quasi un corpo-a-corpo con la macchina e con i suoi strani recettori. “Ma è anche importante saper riconoscere la genialità di alcune soluzioni, o meglio ancora di alcuni ‘incidenti di percorso’ dell’Intelligenza Artificiale, grazie ai quali, però, si producono degli strani cortocircuiti visivi che a noi, col nostro approccio estremamente razionale, forse non sarebbero venuti neanche in mente”, dice ancora Mansueto.

Antoh Mansueto Occhio in bocca 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

“È ad esempio il caso di quando l’Intelligenza Artificiale, a un tratto, ha deciso un giorno di piazzare un occhio all’interno della bocca di uno dei miei personaggi. Perché l’ha fatto? Chi lo sa. Si trattava di un errore, di un input sbagliato, di un’incongruenza? Forse. Però, certo è che, quando l’ho visto, mi sono detto: fantastico, lo intitolerò ‘Occhio in bocca’. Cosa vuole dire, esattamente? Non lo so neppure io, è una derivazione vagamente surreale dell’espressione ‘acqua in bocca’. Forse, vuole dire che, nello scegliere le parole, bisogna stare attenti, metterci metaforicamente l’occhio, insomma ‘badare a come si parla’. O forse no. Ma sono esattamente questo genere di cortocircuiti, di strani flussi di immagine e pensiero, che mi affascinano, creando degli ibridi, visivi e linguistici, fino a ieri inesistenti”.

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

Quello che emerge dai quadri di Antoh Mansueto è una sorta di surrealismo spontaneo, se non proprio involontario, creato da un’ibridazione tra la creatività umana e il cervello elettronico. “Mi piace il senso di inaspettato che si crea”, spiega ancora l’artista: “ogni volta è una sorpresa anche per me, mi stupisco di quello che riesce ad emergere, mi fa pensare, mi porta a domandarmi che tipo di esseri si stiano creando, chi siano veramente: mostri, robot, alieni? Non lo so neppure io, quello che è certo è che, insieme, costituiscono i personaggi di un universo a se stante, forse proprio uno di quegli universi paralleli di cui da tempo parlano i fisici”. Già, che siano mostri mai visti (debitori, però, di certa estetica da cartoni animati, ma anche di certe sperimentazioni d’arte contemporanea, come il Superflat di Takashi Murakami) è indubbio: tanto che, a guardarli tutti insieme, sembra proprio di trovarsi di fronte ai characters di una nuovissima saga cinematografica, o di una serie Tv per ragazzi, o, ancora, alla rappresentazione di una nuova pellicola di fantascienza. “Ma forse”, ci dice l’artista, “non è altro che una vendetta dei sogni”.

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

Una vendetta dei sogni? Bellissima espressione, per intendere un pezzo di irrazionalità onirica che – incredibilmente, attraverso l’interazione con la macchina – sembra emergere dal nostro inconscio o dalla nostra memoria profonda, a dispetto della nostra stessa razionalità. Un pezzo di coscienza sommersa, che forse ha la sua origine nella nostra infanzia più profonda. “Quando ero bambino”, ricorda l’artista, “mi mettevano a letto alle nove, e io, che non avevo ancora sonno, cominciavo a fantasticare. Era quello uno dei momenti più belli della mia giornata, in cui io, bimbo pieno di fantasia, vagavo senza mèta con l’immaginazione. Ecco, questa serie di opere si riallaccia forse a quel me bambino, e alla sua affezione per i sogni e per l’immaginazione”.

Antoh Mansueto Altroviani 2024 tecnica ibrida giclée su alluminio

È questa, gli chiediamo, l’origine di quella splendida Torre dei sogni segreti che svetta nel giardino del Grand Hotel Telese? “Probabilmente sì”, ci dice. “Perché anche i sogni, che sono fragili al limite dell’evanescenza, hanno bisogno di una torre che possa difenderli e proteggerli”. Un’altra bellissima immagine, che ci riporta in un territorio vago, tra l’onirico e il fantastico. Ancora una volta, a quanto pare, la vendetta dei sogni ha preso il sopravvento. Anche sul nostro mondo, così reale all’apparenza, ma forse, per fortuna, sempre pronto a piegarsi alla forza della fantasia e dell’immaginazione.

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