Siamo sotto elezioni e la par condicio è in vigore dal 3 gennaio. Se non possiamo parlare dei nostri politici parliamo di quelli degli altri. Ecco le migliori opere d’ Arte Anti-Trump.
Il Countdown alla fine del mandato – Collettivo Anonimo
Una sola parola: geniale. L’orologio che fa il conto alla rovescia delle ore mancanti alla fine del mandato Trump è opera di un collettivo di artisti, molti dei quali hanno preferito rimanere anonimi, con base a New York. Tra i nomi noti ci sono Brandon Stosuy, Matthew Barney, Jade Archuleta-Gans, Jane Lea e Kenzan Tsutakawa-Chinn. L’opera si trova a Long Island New York, a soli 20 minuti dalla Trump Tower. Resterà esposta ovviamente fino allo scadere del countdown
Shia LaBeouf He Will Not Divide Us
Di questa opera/performance di Shia LaBeouf si è parlato molto. L’attore è stato infatti arrestato lo scorso anno per aver invitato i cittadini di New York a ripetere davanti ad una tele camera le parole “He Will Not Divide Us”, ovviamente riferite al neo eletto Donald Trump. L’installazione non è niente di elaborato : una parete, una scritta che recita le parole che danno titolo alla performance., una telecamera e il moto volontario dei cittadini per esprimere il proprio dissenso verso il risultato delle elezioni. Inizialmente l’opera è stata supportata dal Museum of the Moving Image. L’opera è stata poi spostata ad Albuquerque presso l’ El Rey Theather, oggi si trova a Liverpool presso il Foundation for Art and Creative Technology.
My Body My Business – Michele Preds
L’artista americana dietro a quest’opera è Michele Preds. Anche in questo caso a metà tra la performance e l’opera d’arte, l’artista ha dato vita ad un vero e proprio slogan adottato dai movimenti civili contro l’abolizione dell’ Obamacare. Il riferimento è infatti ai provvedimenti presi da Trump riguardo il controllo delle nascite, per cui viene introdotta l’obiezione di coscienza sugli aborti per medici e somministratori di farmaci. Non solo, le spese per gli anticoncezionali vengono escluse dalla copertura sanitaria. Lo slogan è diventato popolare e ora compare su maglie, striscioni ed addirittura borsette.
45 Anti Trump Logo – Mike Mitchell
Un lavoro diventato virale sui social. Si tratta di una grafica realizzata dall’ attivista ed artista Mike Mitchell, che prende spunto da una svastica per rappresentare il numero 45. Il riferimento è alle ahimè note simpatie tra il presidente e alcuni movimenti suprematisti. Il numero 45 invece è un riferimento allo stesso Donald Trump, 45esimo presidente degli Stati Uniti.
Selling Guns Like Gumballs – Joel Tretin
Joel Trentin è uno stand up comedian conosciuto negli Stati Uniti, ma è anche professore presso il Pratt Institute of art. L’immagine in questione fa parte di uno studio fotografico realizzato dall’artista in cui vengono ritratte le conseguenze delle politiche di Trump. Si tratta dunque di una fotografia, che immortala due donne davanti ad un distributore automatico di pistole. Indubbiamente il confronto con l’opera è molto forte, quando l’abbiamo vista pensavamo si trattasse di un’ istallazione, invece no è realtà.
Happy to Help Bro – Robin Bell
Il 7 agosto sono comparse sulla facciata del Trump’s Soho Hotel a New York, una serie di video proiezioni ad opera dell’artista Robin Bell. Secondo noi la più bella è quella che vedete qua sopra: un Putin con pollice alzato che si rivolge a Trump “ Happy to Help Bro”,“ Felice di essere d’aiuto fratello” Ovviamente il riferimento è all’ ipotetico coinvolgimento dei servizi segreti russi nelle elezioni che hanno portato alla vittoria di Donald Trump.