La Galleria Poggiali di Firenze presenta la mostra “Platea dell’umanità”

Pignatelli

In esposizione dipinti, fotografie, sculture e opere su carta di svariati artisti italiani e internazionali.

La Galleria Poggiali di Firenze ospita fino al 31 luglio “Platea dell’umanità”, una selezione di 35 opere degli artisti della galleria a 20 anni esatti dalla celebre Biennale del 2001 curata da Harald Szeemann. La mostra è visibile in presenza dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, la domenica su appuntamento; inoltre  la selezione è disponibile anche online con il tour virtuale sul sito della Galleria Poggiali, all’indirizzo www.galleriapoggiali.com/it/virtual-exhibition.

Nella prima parte degli spazi della galleria è installato un lavoro di Fabio Viale in marmo bianco e pigmenti, assieme ad un Paesaggio Artificiale di Goldschmied & Chiari, un’opera realizzata fotografando in studio fumogeni colorati ed associandoli con vetro e superficie specchiante in un processo poeticamente e tecnicamente alchemico e performativo. Spicca a parete uno delle delocazioni più recenti di Claudio Parmiggiani: “Senza Titolo”, 2021, fumo e fuliggine su tavola avente come tema l’evanescenza delle farfalle. Le opere sono così connesse attraverso il recupero dell’attimo, apparentemente etereo e fugace, del fumo, della fuliggine e dell’illusione, fissato nel battito effimero delle farfalle così come nel lampo della magia di Goldschmied & Chiari.

Il filo conduttore del medium della fotografia introdotto da Paesaggio Artificiale, prosegue attraverso l’esposizione di lavori di Slater Bradley e Grazia Toderi, protagonisti della mostra “Making Time” del 2019, mentre si avvicendano scatti di Luigi Ghirri. Oltre ad Awakened di David LaChapelle, trovano posto I pilastri della Terra di Virginia Zanetti e l’olio su tavola Pietas di Francesca Banchelli, mentre al centro della sala trova posto “Aereo” di Fabio Viale.

Di Gilberto Zorio è esposta “Stella Africa”, del 1983, un lavoro particolarmente iconico nel quale la stella in porcellana è adagiata su pelle nera, mentre di Claudio Parmiggiani è selezionata una delocazione di tre metri che ha per soggetto la celebre libreria, proposta al MAXXI di Roma in una declinazione avvolgente di 22 tavole a formare un’intera sala senza soluzione di continuità, ed una carta di Eliseo Mattiacci

Per la prima volta in Galleria un lavoro in cera di Domenico Bianchi, artista tra i più riconosciuti del panorama italiano, isolato e strettamente connesso, al tempo stesso, con l’arte povera e concettuale.

Insieme a queste opere a parete, appartenenti all’arte povera, ed esiti di due artisti noti per linguaggi che partendo da istanze poveriste hanno tracciato poetiche autonome, trova posto, ancora di Claudio Parmiggiani, l’opera “Senza Titolo”, consistente in un’arpa di metà settecento con farfalle. 

L’artista, che ha materializzato poeticamente l’assenza ed il passaggio del tempo, facendo in particolare depositare la fuliggine su tavola, iniziando con la frequentazione dello studio di Morandi e riferendosi all’opera come un dispositivo capace di “colpire come un pugno nello stomaco”, precede il lavoro di Enzo Cucchi, uno dei protagonisti della Transavaguardia, la cui ossessione per la pittura, per Van Gogh, per i miti e per la tracimazione del perimetro della pittura, si manifestano nelle opere che associano, adesso in galleria, proprio la pratica della pittura al carbone ed alla ceramica.

La parte finale della galleria è dedicata al ritorno alla pittura messasi in luce sul finire degli anni novanta con Luca Pignatelli, Manfredi Beninati, Giovanni Frangi e Marco Fantini.

Mentre il celebre viandante di Roberto Barni è rappresentato in “Vasomuto”, scultura in bronzo patinato.

Cover Photo Credits: Galleria Poggiali, Firenze

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