L’annuncio era stato dato a fine Novembre, adesso mancano davvero pochi giorni ad Origins, la prima asta di grido mai organizzata in Arabia Saudita. L’asta, che si svolgerà a Diriyah nello storico quartiere Turayf, Patrimonio dell’Umanità dal 2011 e presenterà una varietà di opere d’arte sia di artisti sauditi che di nomi di spicco dell’arte internazionale. Sarà anche una vetrina per tutto ciò che il lusso comprende, inclusi gioielli, orologi, borse e cimeli sportivi.
L’asta consacrerà ufficialmente la presenza di Sotheby’s nella penisola araba e sarà completata dall’apertura di un ufficio nella storica Al Faisaliah Tower di Riad (progettata da Norman Foster e famosa per essere stata il primo grattacielo costruito nel paese). Nel complesso, questo segna l’ulteriore passo nell’impegno continuo e a lungo termine della casa d’aste londinese nella regione.
La location scelta non è affatto casuale. Luogo di nascita del Regno dell’Arabia Saudita e dimora ancestrale della famiglia Al Saud, Diriyah riveste un profondo significato storico e culturale per i sauditi, essendo la pietra angolare dell’orgoglio e dell’identità nazionale. Nel XVIII secolo questa oasi, un tempo piccola e annidata nella fertile ansa del Wadi Hanifah – Al Awja, fiorì fino a diventare la capitale del primo stato saudita.
Oggi Diriyah è al centro della trasformazione tentata dal Regno in un centro culturale di livello mondiale. Sotheby’s, dal canto suo, offrirà ben 100 lotti. L’asta, divisa in due parti, inizierà l’8 febbraio e metterà in mostra una strabiliante, sicuramente divertente e un po’ irrilevante, varietà di oggetti d’arte e di lusso. Un dipinto a guazzo di Magritte da oltre un milione di dollari accanto ad una maglia di Michael Jordan altrettanto stimata, per intenderci. Un’altra opera di Botero, intitolata Society Woman, la quale secondo Artnet ha raddoppiato di valore negli ultimi anni, proveniente dalla collezione del figlio dell’artista colombiano.
E ancora Sidle di Antony Gormley ($ 700.000 – 900.000), la quale esplora il rapporto del corpo umano con lo spazio. L’asta offrirà anche una scultura di Alexander Calder, Haute-couture, creata nell’ultimo anno di vita dell’artista mentre tornava ai suoi primi giorni di figurazione e caricatura, così come AMOR di Robert Indiana ($ 220.000 – 280.000), un’ode iconica alla pop art.
Andrà all’incanto anche uno degli artisti più ricercati del momento, Refik Anadol. Machine Hallucinations: Mars ($ 800.000 – 1.200.000) è una monumentale “pittura” realizzata da un’intelligenza artificiale generativa in tempo reale che si basa su dati di un telescopio spaziale reinterpretati all’infinito per generare paesaggi allucinatori, come dice l’artista stesso “…una riflessione sulla relazione tra tecnologia, intelligenza artificiale ed esplorazione spaziale”.
E l’arte araba contemporanea?
L’ultima grande opera di Louay Kayyali, Then What?? ($ 500.000-700.000), un capolavoro del 1965 che esplora i temi dell’esilio e del trauma. Si prevede stabilirà il record d’asta per l’artista. Kayyali, artista siriano morto nel 1978, laureatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, divenne noto per i suoi suggestivi ritratti di soggetti della classe operaia. Lo scorso anno da Bonhams è stato stabilito il record d’asta per Kayyali quando il suo ritratto del 1976, Fisherboy, è stato venduto per $ 341.080.
Altri punti salienti includono Illumination Diptych (Ottoman Waqf) dell’artista saudita Ahmed Mater, che va all’asta con una stima alta di $ 70.000, e la grande Blue Trap in a Railroad dell’artista palestinese-americana Samia Halaby, che porta una stima alta di $ 200.000.
L’assortimento di beni di lusso è altrettanto impressionante, con una scintillante selezione di gioielli di Cartier e Harry Winston, rare borse di Hermès come la Wicker Mini Picnic Kelly e orologi esclusivi. Non poteva ovviamente mancare la maglia del Portogallo indossata dal “saudita” Cristiano Ronaldo. Il posto scelto è sicuramente suggestivo, la selezione di opere realizzate da artisti arabi è invidiabile mentre la presenza di consolidati nomi occidentali è solida.
Le borse, i gioielli, i cimeli milionari…? Beh che dire forse da Sotheby’s stanno cercando di estremizzare le strategie che quel genio di Loic Gouzer utilizzava qualche anno fa per Christie’s. Leonardo e Koons, Cattelan e Botticelli…staremo a vedere.