La Pinacoteca Agnelli di Torino inaugura l’autunno del 2024 con due appuntamenti ambiziosi che valorizzano il rapporto fra passato e contemporaneità, storia locale e rilettura internazionale: la mostra retrospettiva “Salvo. Arrivare in tempo”, un’ampia esposizione che occupa tre piani e ripercorre la carriera di Salvo, artista poliedrico e singolare, e le nuove installazioni sulla Pista 500 di Monica Bonvicini e Chalisée Naamani. Questi eventi, in concomitanza con l’art week torinese e Artissima, pongono la Pinacoteca al centro del panorama culturale italiano e internazionale, trasformandola in un luogo dove dialogano memoria e innovazione.
In “Salvo. Arrivare in tempo”, curata da Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, troviamo un omaggio a Salvo, pseudonimo di Salvatore Mangione (1947-2015), che visse un percorso artistico complesso e indipendente, anticipatore di un approccio personale alla pittura che lo portò lontano dai canoni e dalle convenzioni dell’Arte Concettuale e dell’Arte Povera, pur affondando in essi le proprie radici. Salvo, nato in Sicilia e cresciuto artisticamente a Torino, dimostra nella sua opera un’originalità incrollabile e controcorrente: a differenza dei suoi contemporanei che si indirizzavano verso forme d’arte non tradizionali, egli si rivolse ostinatamente alla pittura, medium al quale rimase legato per quarant’anni e che è qui esplorato attraverso otto sezioni tematiche. Ognuna di queste sezioni rappresenta un periodo chiave della sua ricerca, dalle sperimentazioni concettuali fino alla rielaborazione figurativa.
La mostra non si limita a documentare la carriera dell’artista, ma ne fa emergere l’impegno concettuale, sostenendo come il ritorno alla pittura non sia stato una semplice regressione, ma una riflessione continua sul ruolo dell’arte. Salvo si appropria dei linguaggi della storia dell’arte, dalla pittura classica alla pop art, ma li rielabora per costruire un’immagine del tutto personale e universale, nella quale si riflette la sua meditazione sul tempo, sullo spazio e sull’identità. I curatori rendono omaggio a questa ricerca affiancando ai lavori testi critici di figure internazionali come Valérie Da Costa e Alison Gingeras, per garantire una visione completa e sfaccettata dell’opera dell’artista.
Parallelamente alla mostra di Salvo, il progetto sulla Pista 500 allarga ulteriormente gli orizzonti della Pinacoteca, trasformando l’iconica pista di collaudo sul tetto del Lingotto in uno spazio dedicato alle installazioni site-specific. La pista, concepita originariamente per i test delle automobili Fiat, è stata rivisitata per ospitare opere d’arte che dialogano con il contesto urbano e con la memoria industriale della città. Monica Bonvicini, figura di spicco dell’arte contemporanea internazionale, presenta Come Run With Me, una spettacolare installazione luminosa in neon, che invita il pubblico a una riflessione sul potere e sull’ambiguità del linguaggio e delle strutture architettoniche. La sua opera, situata lungo la parabolica sud, trasforma il percorso della pista in un luogo di introspezione e in un momento di interazione tra visitatori e spazio, con un impatto visivo forte e diretto che invita chi guarda a “correre” simbolicamente con l’artista lungo una linea immaginaria.
A questa si aggiunge il contributo di Chalisée Naamani, vincitrice del Premio Pista 500 nel 2023, che presenta My Mother Was My First Country. Il lavoro della Naamani, che occupa uno dei grandi cartelloni pubblicitari della pista, gioca sull’ambivalenza tra immagine pubblicitaria e riflessione identitaria, ponendo in primo piano il ruolo delle radici e della memoria personale. Con uno stile influenzato dai linguaggi della moda e della pubblicità, Naamani esplora la relazione tra il sé e l’ambiente, in un messaggio visivo che suggerisce una consapevolezza intima, quasi confessionale, ma proiettata nello spazio pubblico.
La presenza di queste due nuove installazioni si somma alle opere già presenti sulla pista, di artisti come Thomas Bayrle e VALIE EXPORT, confermando la vocazione della Pista 500 come spazio di riflessione dinamica, un vero e proprio “giardino d’arte” nel contesto industriale di Torino. Grazie alla selezione dei curatori Cosulich e Calabrò Visconti, la Pista 500 continua a esplorare le tematiche di potere, memoria e sostenibilità in un percorso che accompagna i visitatori lungo il circuito, mantenendo vivo il dialogo tra passato e presente e regalando nuove prospettive sul paesaggio urbano.
Il doppio evento della Pinacoteca Agnelli rappresenta quindi un esempio di programmazione che non si limita a esporre arte, ma crea un racconto coerente in cui lo spettatore è invitato a intraprendere un viaggio. Salvo e la Pista 500 sono due facce della stessa medaglia: da una parte, una retrospettiva che scava nelle origini dell’arte contemporanea italiana e nel suo impatto culturale; dall’altra, un esperimento di arte pubblica che sfrutta uno dei luoghi più simbolici della Torino industriale per rimettere in discussione il rapporto tra opera, spazio e osservatore.