Al Pirelli HangarBicocca gli “Echi di Verità” di Thao Nguyen Phan

È l’insegnamento che, con sottile eleganza, l’artista Thao Nguyen Phan trasmette al pubblico nella sua prima personale in un’istituzione italiana

Naturalmente allestita al Pirelli HangarBicocca a Milano che, da numerose stagioni espositive a questa parte, si contraddistingue a livello cittadino e nazionale per l’articolazione di progetti scientifici incentrati su creativi mai esposti musealmente nel Bel Paese. Un primato rispettato appunto anche per la giovane artista nata nel 1987 a Ho Chi Minh City. Per comprenderne a fondo la poetica bisogna ripercorrere la storia recente del suo paese d’origine, il Vietnam. Eventi centrali nella sua produzione sono, ad esempio, la guerra d’Indocina per l’indipendenza (1946-54) contro la Francia e la guerra del Vietnam contro gli Stati Uniti (1955-75). Nguyen Phan articola i temi trattati similmente ai capitoli di un libro mixando abilmente argomenti storici, condanna dello sfruttamento ambientale e problemi sociali come la carenza di adeguate risorse alimentari. La sua narrazione non è però puramente schematica e analitica: il racconto orale, la fiaba, il mito e il folklore fanno costantemente capolino nelle sue opere. Sono, infatti, un mezzo per sottolineare come lo sviluppo di una coscienza collettiva sia fondamentale per contrastare l’imposizione di una narrazione ufficiale imposta dal governo o da poteri forti similari. 

Thao Nguyen Phan studia dapprima alla Ho Chi Minh City University of Fine Arts, specializzandosi nella tecnica della lacca, molto in voga nell’Asia Orientale, e poi prosegue gli studi a Singapore presso il Lasalle College of the Arts. Nel 2014 decide di trasferirsi a Chicago per approfondire il medium che la farà conoscere ed apprezzare nel panorama creativo internazionale: la video arte. In realtà, come si può dedurre dalla mostra milanese “Reincarnations of Shadows”, la sua base di partenza è sempre il gesto pittorico che, fungendo da elemento connettivo, viene combinato a supporti e media differenti: dalle installazioni su schermo alla pittura, dalla superficie tessile ai libri d’artista. I lavori di Phan sono delle vere e proprie immersioni in scenari surreali ed onirici in cui l’elemento naturale appare spesso e volentieri. Lo scorrere del fiume, il ticchettio della pioggia e le enigmatiche figure di bambini nel paesaggio sono alcune delle immagini più frequenti che caratterizzano le sue opere.

Come si può notare nella serie di dipinti Dream of March and August (2018 – in corso) che riprende la storia dei fratellini March e August, già protagonisti del film Mute Grain, anch’esso in mostra. È qui interessante evidenziare come il supporto di queste produzioni sia la seta, a testimonianza della delicatezza della mano dell’artista. Una leggerezza ed eleganza che si ritrova anche nei lavori ad acquerello, grafite e acrilico On Illusion, (2022), The Nocturnal Window (2022), Hanoi’s Children Palace (2023), Golconde (2023). Sono esposti tutti nella prima parte della retrospettiva a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli, che fornisce ai visitatori una panoramica completa dell’attività di Thao Nguyen Phan tra pittura, disegno, scultura, installazione e video. Come First Rain, Brise Soleil (2021 – in corso), presentato alla 59esima Biennale di Venezia. La narrazione dei film di Phan si caratterizza sempre per il ritmo ciclico, che l’artista concepisce come una sequenza di “reincarnazioni”: un tema per lei fondamentale che pervade tutto il suo lavoro grazie alla presenza di elementi visivi e sonori ricorrenti. Per Phan, similmente alla religione buddista, ogni progetto è una sorta di organismo vivente che si riadatta infinite volte ed assume nuove forme.

La seconda parte di “Reincarnations of Shadows”, visitabile gratuitamente fino al 14 gennaio 2024, è invece incentrata sull’omonima opera concepita apposta per l’occasione e commissionata da Pirelli HangarBicocca in collaborazione con Fondazione In Between Art Film. Il video inedito è dedicato a Diem Phung Thi (1920-2002), una delle maggiori scultrici moderniste vietnamite, di cui si racconta in maniera delicata e sincera la carriera attraverso frammenti di interviste e materiali d’archivio. Attorno ai tre canali sono state posizionate alcune delle opere di Phung Thi stessa. 

Ma perché questo omaggio ad una grande artista, la prima donna a laurearsi in odontoiatria in Vietnam per poi lasciare la carriera medica per l’arte?

Secondo Thao Nguyen Phan è essenziale conoscere a fondo e soprattutto diffondere la storia e le relazioni poetico artistiche dei pionieri che hanno agito nella geografia post-coloniale: solo così potremmo stabilire liberamente chi siamo e soprattutto essere artifici del nostro destino. 

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