Blusansevero: il blu oltremare del Principe di Sangro prende vita nella Cappella Sansevero

La Cappella Sansevero di Napoli, con il Cristo velato come emblema della sua perfezione scultorea e del mistero che l’avvolge, si trasforma in un laboratorio performativo grazie a Blusansevero, l’ultima creazione di Mauro Maurizio Palumbo. Nei giorni 21, 22 e 23 novembre 2024, alle ore 20:30, il pubblico sarà condotto in un’esperienza che intreccia movimento, suono e memoria storica, in una coproduzione tra il Museo Cappella Sansevero e l’Ente Teatro Cronaca.

La performance site-specific affianca alla direzione di Palumbo il soprano drammatico Ilaria Tucci e il trombettista Ciro Riccardi, che trasformano lo spazio in un’esperienza multisensoriale. Al centro di questa narrazione contemporanea si colloca un elemento poco noto ma cruciale: il blu oltremare, un pigmento artificiale che, secondo studi recenti, sarebbe stato scoperto proprio dal Principe Raimondo di Sangro. Le ricerche dell’Università di Bari attribuiscono al Principe la produzione del primo lapislazzuli artificiale, un’innovazione che precede di cinquant’anni le scoperte ufficiali del chimico francese Jean-Baptiste Guimet.

Attraverso questa scoperta storica, Blusansevero non si limita a evocare il blu come elemento cromatico, ma lo trasforma in simbolo di trasformazione e dialogo. Il marmo bianco del Cristo velato, con la sua monumentalità e la sua eternità, entra in tensione con la fluidità del movimento e l’effimero della performance. Palumbo costruisce un percorso che va oltre la fisicità delle opere, portando lo spettatore a esplorare i confini tra ciò che è immutabile e ciò che è in continuo divenire.

La performance si articola come un esperimento emozionale, dove i gesti dei performer dialogano con le statue e con il pubblico, creando una triangolazione di significati e suggestioni. La musica, con la tromba evocativa di Riccardi e la voce potente di Tucci, amplifica la tensione drammatica, trasformando ogni movimento in una narrazione sonora e visiva. Palumbo descrive il progetto come “un gioco dell’anima” in cui il pubblico diventa co-creatore, immergendosi in una dimensione dove il visibile si mescola all’invisibile.

Nel cuore di questa performance c’è la relazione tra marmo e corpo, tra fissità e dinamismo. Il marmo, simbolo di eternità, incontra la temporaneità del gesto, in un dialogo che evidenzia contrasti e somiglianze. Ogni gesto effimero amplifica la monumentalità delle statue, mentre la monumentalità, a sua volta, accentua la fragilità del corpo. Questo dialogo si arricchisce della scoperta storica del blu oltremare, che diventa un ponte tra passato e presente, tradizione e innovazione.

La scelta della Cappella Sansevero come luogo di questa narrazione è cruciale. Da sempre simbolo di sperimentazione e genialità, la Cappella riflette lo spirito visionario del Principe Raimondo di Sangro, figura poliedrica e innovativa. Con Blusansevero, il Museo conferma la sua apertura a forme d’arte contemporanee che sanno dialogare con la storia, trasformando l’eredità del Principe in una piattaforma per nuove riflessioni.

Il blu oltremare, già elemento rivoluzionario nella storia della chimica e dell’arte, si arricchisce qui di un nuovo significato, diventando metafora di rivelazione e creazione. La performance non è solo un omaggio a questa scoperta, ma una riflessione più ampia sull’arte come strumento di trasformazione e dialogo. Palumbo riesce a trasformare un dato storico in un’esperienza sensoriale e simbolica, in cui ogni elemento – dal marmo al corpo, dalla musica al luogo – contribuisce a costruire una narrazione complessa e stratificata.

Il pubblico, lungi dall’essere un semplice spettatore, diventa parte integrante della performance, co-autore di un’esperienza che oscilla tra memoria e immaginazione, tra passato e futuro. L’interazione tra spazio, performer e spettatori crea una dimensione unica, dove ogni elemento è in costante dialogo con gli altri.

I biglietti per Blusansevero sono disponibili sul sito ufficiale del Museo al costo di 22 euro. Partecipare a questa performance significa immergersi in un’esperienza estetica e riflessiva, dove arte, scienza e storia si intrecciano in un gioco di rivelazioni e scoperte. Blusansevero non è solo un’opera da vedere, ma un viaggio da vivere, un dialogo da ascoltare, un mistero da esplorare.

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