Il rapporto tra arte, tecnologia e sostenibilità è al centro della mostra “Art in Motion: AI Creatives at the Singapore Night Race”, che si terrà dal 18 al 24 settembre 2024 presso The Arts House di Singapore, uno degli edifici storici più rappresentativi della città. Promossa da DZE Asia, una controllata di DZ Engineering del Gruppo Dino Zoli, e dalla Fondazione Dino Zoli, l’esposizione rappresenta un’occasione unica per riflettere sull’intersezione tra intelligenza artificiale, cambiamento climatico e innovazione sostenibile in un contesto inedito: il Gran Premio di Formula 1 di Singapore.
Curata da Nadia Stefanel, la mostra riunisce sei artisti visionari – Francesca Fini, Debora Hirsch, Giuseppe Ragazzini, Martin Romeo, Jake Tan e Ker Siang Yeo – che si confrontano con il potere trasformativo dell’IA, esplorando come questa tecnologia possa essere al contempo musa e strumento per ripensare il nostro mondo. Attraverso opere che spaziano dalle installazioni sonore alle esperienze immersive, gli artisti ci invitano a guardare oltre il presente, a immaginare un futuro in cui creatività e tecnologia possano convivere in armonia.
L’opera “Meccanimus” di Francesca Fini ci cattura con la sua poetica visionaria: un cyborg vaga tra le strade deserte di una Singapore abbandonata e riavvolta nelle spire della natura. Qui, il confine tra il mondo naturale e quello artificiale si dissolve, mentre il cyborg, simbolo della nostra stessa umanità in evoluzione, esplora il significato della solitudine e della scoperta in un universo senza regole fisse. Fini dipinge un futuro in cui l’armonia tra tecnologia e natura non è solo possibile, ma necessaria, un richiamo potente a riconsiderare il nostro rapporto con il pianeta.
In “Plantalia”, Debora Hirsch ci mette di fronte a un dilemma esistenziale: come possiamo salvaguardare ciò che rischiamo di perdere? Usando l’intelligenza artificiale e la blockchain, Hirsch crea un archivio digitale di specie vegetali in via di estinzione, immortalando per sempre la loro fragile bellezza. Ogni immagine diventa una testimonianza, un atto di resistenza contro la distruzione dell’ecosistema. Il suo lavoro ci provoca, spingendoci a riconoscere il valore insostituibile della natura e a riflettere su come la tecnologia possa diventare una forza di protezione e non di devastazione.
Giuseppe Ragazzini ci sorprende con la sua scultura cinetica interattiva “The Face Wheels”: cinque dischi che girano e cambiano volto, componendo migliaia di combinazioni possibili. Questi volti, ispirati a figure iconiche del motorsport, sono generati dall’IA, sfidando lo spettatore a interrogarsi su cosa definisce davvero la nostra identità. Il gioco dinamico dei volti che si trasformano ci invita a riflettere su come la tecnologia possa rispecchiare, frammentare e ricomporre la nostra percezione del sé in un’incessante metamorfosi.
Martin Romeo aggiunge un tocco poetico con “Anthropic Cloud”, un video interattivo che cattura il transito degli aerei nel cielo di Singapore durante il Gran Premio. Ogni passaggio di un aereo innesca la formazione di una nuvola rosa, simbolo delle tracce che lasciamo nell’ambiente naturale. L’opera diventa una danza delicata tra l’uomo e la sua impronta sul mondo, un invito a considerare la fragilità della nostra esistenza e la necessità di un’interazione più rispettosa con la natura.
Gli artisti singaporiani Jake Tan e Ker Siang Yeo portano alla mostra un’energia vibrante e coinvolgente. L’opera “MR(AI)” di Tan rende tangibile la fusione tra il mondo fisico e quello digitale, registrando in tempo reale le fluttuazioni del suo battito cardiaco durante l’emozione del Gran Premio di Formula 1. Questa visualizzazione emozionale ci porta a riflettere su come le nostre esperienze più intime possano essere mappate e interpretate attraverso algoritmi di machine learning. Ker Siang Yeo, con “The Audience Comes First”, invita il pubblico a partecipare attivamente alla creazione dell’opera, trasformando l’esperienza artistica in un dialogo aperto tra spettatore e IA. Ogni suggerimento creativo diventa un tassello di un’opera collettiva, rompendo le barriere tra chi crea e chi osserva, e rendendo ogni visitatore un co-autore.
“Art in Motion: AI Creatives at the Singapore Night Race” non è solo una mostra, ma una chiamata all’azione. Un invito a riflettere su come l’Intelligenza Artificiale e le tecnologie emergenti possano influenzare il nostro futuro, non solo dal punto di vista dell’innovazione, ma anche della nostra capacità di vivere in armonia con il mondo che ci circonda. Nel contesto del Gran Premio di Formula 1, emblema di velocità e progresso tecnologico, questa mostra ci ricorda che anche nel più frenetico degli ambienti possiamo trovare spazio per la riflessione profonda, per il dialogo tra uomo, natura e macchina.
Inserita nel programma ufficiale del Grand Prix Season Singapore (GPSS24) e dell’SG Gallery Month, e sostenuta da partner come l’Ambasciata d’Italia, EuroCham, e la Camera di Commercio Italiana a Singapore, la mostra sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale e dell’incontro tra culture. È un’occasione per celebrare l’arte come catalizzatore di cambiamento, come strumento per immaginare nuovi mondi possibili.
In un’epoca di trasformazioni radicali, “Art in Motion: AI Creatives at the Singapore Night Race” ci sfida a guardare avanti con speranza e creatività, a vedere nelle tecnologie emergenti non solo il rischio di alienazione, ma anche la promessa di un futuro più giusto e sostenibile. Un futuro in cui l’intelligenza artificiale possa davvero diventare, come dice Monica Zoli, “un meraviglioso strumento governato dall’intelligenza del cuore”.
