L’esposizione personale dedicata alla grande pioniera della fotografia si concentra su questioni politiche globali contemporanee.
Fino al 9 gennaio 2022 il museo d’arte di fama internazionale Frieder Burda, a Baden-Baden, Germania, progettato dall’architetto vincitore del Premio Pritzker Richard Meier, e ampiamente acclamato per la sua significativa collezione privata di modernismo classico e arte contemporanea di oltre 1.000 opere, svela una grande mostra della rinomata artista tedesca Katharina Sieverding. Curato da Udo Kittelmann in collaborazione con Katharina Sieverding, Watching the Sun at Midnight rende omaggio alla persistente ricerca di Sieverding sulle questioni tedesche e globali contemporanee, sempre rilevanti nella sua carriera da 60 anni.
Organizzata in collaborazione con Deichtorhallen Hamburg, Watching the Sun at Midnight è un’ampia presentazione personale del lavoro dell’artista tedesca di origine ceca Katharina Sieverding (n. 1944, Praga), che copre tutte le fasi della sua opera dai suoi video della fine degli anni ’60 alle sue grandi serie di autoritratti degli anni ’70 e fino alle sue produzioni contemporanee, con nuovi lavori tra cui Gefechtspause (“Ceasefire”), che affronta il tema del blocco durante la crisi del COVID-19. Questa mostra è l’ultima di una serie di mostre monografiche di artisti che si concentrano sulla fotografia presso il Museum Frieder Burda, tra cui Gregory Crewdson, Andreas Gursky, Rodney Graham e JR, che hanno indagato sulle opportunità di messa in scena e sulla grande ampiezza della tecnologia fotografica rispetto alla pittura.
Allieva dell’artista tedesco Joseph Beuys, Sieverding ha costantemente concentrato la sua energia artistica su questioni politiche. Considerata una pioniera della fotografia a livello internazionale, mettendo alla prova i confini delle molteplici possibilità tecniche del mezzo, è nota per le sue strategie visive non convenzionali e la pratica creativa guidata dai media. Ha rivitalizzato il potenziale artistico della fotografia, introducendo il formato super-size come elemento chiave delle sue mostre, in un momento in cui la pratica era raramente utilizzata. Nei suoi lavori fotografici seriali, dà espressione a riflessioni sull’identità, l’attuale clima sociale, politico e culturale, i discorsi di genere e la necessaria emancipazione dell’artista femminile. Rispecchiando i suoi temi e la percezione soggettiva degli eventi attuali, le sue opere trasmettono un’immagine del tempo.
Dal microscopico al macroscopico, i riferimenti nella sua opera sono complessi. La visione di dissezione clinica di suo padre ha affinato la sua attenzione e l’ha aperta alle opportunità tecniche presentate dal mezzo prescelto. Fin dalle sue origini in teatro, Sieverding ha capito come le immagini su una parete possono definire un’intera stanza, con lo stesso effetto immediato e totalizzante di un fondale di scena o di un grande schermo in un cinema – che a loro volta sbloccano l’immaginazione per uno sguardo introspettivo a mondi fantastici.
Le sue immagini, spesso in bianco e nero con un segnale rosso acceso e accompagnate da slogan eclatanti, riflettono strategie di manipolazione mediatica e commerciale, mettendole in discussione allo stesso tempo: non è un caso che l’artista sia ripetutamente e consapevolmente sfuggita l’impostazione museale e ha cercato il contatto diretto con il pubblico più ampio negli spazi urbani comuni. Il suo ruolo precedente, altamente autoriflessivo nella scena artistica di Düsseldorf, che si presentava principalmente come un club maschile, ha sollevato la sua consapevolezza della questione della propria individualità e identità, genere, storia e le sue condizioni – e i confini e i processi fluidi – come trasformazioni tra queste categorie.
“Non faccio arte propagandistica e non voglio essere vista come qualcuno che rappresenta qualcosa in particolare. Tutte queste designazioni si limitano a fissarmi. Voglio assumere una posizione indipendente ed esprimere i miei pensieri attraverso le mie opere”. Katharina Sieverding
Cover Photo Credits: Katharina Sieverding, ENCODE XIV, 2006. Color photograph, acrylic, steel frame, 275 × 375 cm. © Katharina Sieverding, VG Bild-Kunst, Bonn, 2021. Photography by © Klaus Mettig.