Entropia e poesia: Wang Yuxiang trasforma la Fondazione Pastificio Cerere

È la penombra a dare il benvenuto nella prima sala della mostra Anche il sole sorge, personale di Wang Yuxiang (1997, Anhui, Cina) alla Fondazione Pastificio Cerere. Le luci sono spente e lo spazio è quasi totalmente vuoto. Un vapore leggero proviene dalla sala accanto, mentre un bagliore arancione si intravede più in là. Lo spaesamento è naturale davanti a quello che sembra l’inizio di uno strano sogno. La paura, però, non si avverte, perché Wang prende per mano ognuno di noi, conducendo dolcemente lungo tutto il percorso. Il progetto, a cura di Marcello Smarrelli, è stato realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e della SIAE, all’interno del programma Per Chi Crea. Tre installazioni site-specific formano un’opera sola che parla di ambiente, di crisi, di fragilità, ma lo fa con una poetica disarmante: è la metafora della vita umana.

Wang Yuxiang scrive una poesia sulla “nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente, della complessità che caratterizza i nostri sistemi di informazione e dell’irreversibilità generata dai processi di produzione, che ci spingono a meditare sulla nostra condizione di essere umani e sul senso dell’esistenza”, spiega il curatore. L’artista fa un salto in avanti nella sua ricerca artistica, portando con sé il profondo studio che caratterizza le sue opere. Il nuovo corpus non è solo un assemblaggio di oggetti di recupero o un semplice intervento che decontestualizza elementi già esistenti.

Le rondini Wang Yuxiang Courtesy Fondazione Pastificio Cerere Credits Carlo Romano

Wang non lascia nulla al caso, studia ogni singolo dettaglio e decide di affidarsi alle leggi della fisica e della termodinamica. In particolare, è l’entropia che fa da padrona in ogni sala: energia dispersa, difficile da misurare e impercepibile, che l’artista rende visibile attraverso il calore. Anche il sole sorge è un’alba gentile che lentamente avvolge chi la guarda e il suo calore accarezza tutto ciò che incontra. È il frutto di un viaggio, fisico ed interiore, che riguarda ognuno di noi come singoli individui e, soprattutto, come comunità universale.

Wang si sposta da una città all’altra come fanno i personaggi di The Sun Also Rises (1926), titolo del primo romanzo di Ernest Hemingway ripreso nella mostra. La prima tappa è Bologna, dove l’artista visita la Fiera Internazionale MecSpe, dedicata alla meccanica specializzata. Tornando in stazione porta con sé tutte le conoscenze necessarie riguardo il riscaldamento ad induzione elettromagnetica, fondamentale per realizzare le tre nuove installazioni. Dopo quaranta minuti di viaggio in treno arriva a Faenza, alla storica bottega d’Arte Ceramica Gatti, per approfondire alcune tecniche di lavorazione del materiale. Tra queste, Wang utilizza la Burnout, o Paper Clay, tecnica che prevede l’inserimento di materiali come il legno o la carta, all’interno dell’argilla.

Fortuna buona notte sorridi ancora una volta fai girare la tua ruota Wang Yuxiang Courtesy Fondazione Pastificio Cerere Credits Carlo Romano

Il risultato è un girasole di porcellana leggero ma robusto, la cui parte organica viene dissolta dal calore nel processo di cottura: immagine inconfondibile dell’impronta che lasciano i nostri sistemi di produzione. Esperti artigiani richiamano l’artista sulle pendici del Vesuvio per scoprire i segreti della pietra lavica: roccia fusa che, fuoriuscendo dal vulcano, si cristallizza. Scelto con cura tra tanti altri, un grande masso circolare segue Wang fino a Roma, ultima tappa del suo viaggio.

Ad aspettarlo è il laboratorio artigianale che il radioamatore Daniele Dei custodisce nel cuore del quartiere Torpignattara. Camminando tra una radio formaggino e una Kennedy, l’artista va alla scoperta dei sistemi di comunicazione più affascinanti dell’epoca scorsa. Arriva infine all’ex Pastificio Cerere con una Earth Orbiter CRF-5100, modello radio caratteristico per la mappa del fuso orario mondiale.

Ogni luogo visitato è il pezzo di un puzzle che Wang compone lentamente, studiando e approfondendo ogni singola parte con pazienza, minuzia e dedizione. Come uno scienziato mette in pratica la teoria creando degli esperimenti viventi perfettamente riusciti. Racconta però Hemingway nel suo primo romanzo che, dopo varie vicende, alla fine della fiesta la compagnia si scioglie. Quando la mostra si conclude e le opere vengono smembrate, cosa rimane? Quel calore che attraversa ogni stanza, una sensazione, invisibile ma percepibile, che persiste sulla pelle: è il peso della nostra esistenza

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