Essenze naturali e dialoghi senza tempo: il MAN di Nuoro esplora materia, mito e trasformazione

Il Museo MAN di Nuoro, sempre attento al dialogo tra arte, natura e riflessione culturale, inaugura il 22 novembre 2024 un progetto espositivo di grande respiro, articolato in più percorsi. Tra mostre personali e dialoghi pittorici, il ciclo “Essenze naturali” e l’omaggio a El Greco pongono al centro la trasformazione della materia, il legame con il territorio e l’incontro tra modernità e tradizione.

Con Essenze naturali, il MAN accoglie le opere di tre artisti che, attraverso linguaggi diversi, interpretano il mondo naturale come specchio del ciclo della vita e della memoria collettiva.

Christiane Löhr, artista tedesca radicata in Italia, presenta Accumuli, un progetto curato da Chiara Gatti con testo critico di Bruno Corà. Le sue installazioni di fili d’erba, crini di cavallo e semi sono architetture minime che evocano l’equilibrio della natura, trasformandola in astrazione pura. Ogni opera è una danza di leggerezza e complessità, dove la materia, sublimata, diventa simbolo di equilibrio e proporzione. Al centro del progetto, un omaggio alla Sardegna: piccoli accumuli di semi che richiamano le antiche torri nuragiche, intrecciando la cultura locale con la ricerca universale dell’artista. Disegni su carta completano il percorso espositivo, esplorando con grafite e pastello la tridimensionalità dello spazio come se fosse un’estensione della scultura.

Una Szeemann She Who Wanders at Night pelle metallo e gomma 260x260x260 cm

L’approccio di Löhr dialoga idealmente con la riflessione sull’arcaico e il magico di Una Szeemann, protagonista di Scenafenomenica, curata da Elisabetta Masala con testo critico di Juliette Desorgues. Le opere di Szeemann, permeate di mitologia e cultura popolare, intrecciano simboli arcaici e sapienze botaniche per raccontare la natura come luogo di memoria e trasformazione. Il suo omaggio alla Sardegna si ispira alla leggenda delle Janas e alle formazioni rocciose del Supramonte, dove la terra sembra mimetizzarsi con la pietra e il mito si fonde con il paesaggio. L’artista svizzera esplora materiali carichi di espressività, dando vita a forme astratte che suggeriscono il sentimento selvaggio e primordiale dei boschi.

Infine, con il progetto Filira, Alessandro Biggio costruisce un’esperienza immersiva che trasforma il ciclo della materia in un atto artistico totale. Curata da Chiara Gatti con testo critico di Caterina Riva, la mostra propone un dialogo tra pittura e scultura, un ambiente in cui tele e installazioni convivono in un’armonia organica. Biggio utilizza la cenere prodotta dalla combustione delle piante del suo giardino di Calasetta come materia plastica per le sue sculture, esplorando la fragilità e la trasformazione della materia. Con il succo delle bacche di fillirea, una pianta legata al mito greco di Filira, l’artista traccia sulla tela segni effimeri che raccontano la natura nella sua metamorfosi. Il richiamo mitologico del centauro Chirone, nato dall’unione tra Filira e Cronos, fa da sfondo a un’opera che intreccia mito, memoria e paesaggio.

Parallelamente, il MAN propone un’esposizione dedicata a El Greco, incentrata sul dialogo tra due capolavori: L’Adorazione dei Magi e il Salvatore benedicente. Questo progetto speciale, nato dalla collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca e i Musei Civici di Reggio Emilia, celebra il genio di Domínikos Theotokópoulos, figura centrale del tardo Rinascimento. L’Adorazione dei Magi, recentemente attribuita a El Greco dopo secoli di oblio grazie a un restauro meticoloso, si presenta come un esempio del suo linguaggio unico, caratterizzato da forme allungate, colori intensi e una drammaticità che anticipa il Barocco. Accanto ad essa, il Salvatore benedicente dialoga con la ricerca di El Greco sul dinamismo delle figure e la spiritualità del colore.

Ad accompagnare la mostra, un documentario prodotto dal MAN e diretto da Stefano Conca Bonizzoni, che offre una visione approfondita del percorso artistico e umano di El Greco. Tra interventi di storici dell’arte come Claudio Strinati e Fabio Porzio, il film rivela il contesto culturale e le scelte stilistiche che hanno reso l’artista una figura tanto ammirata da Picasso, che si definiva suo erede spirituale.

Con questo ricco programma, il MAN riafferma il suo ruolo di laboratorio culturale, capace di mettere in relazione le dimensioni locali e globali dell’arte. Le mostre non sono solo un invito a esplorare la materia e il mito, ma un’opportunità per riflettere sul nostro rapporto con il paesaggio, la storia e la trasformazione. Tra leggerezza e memoria, tra arte antica e contemporanea, il MAN propone un percorso che risuona con la complessità del nostro tempo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

La Musa surreale, Alessandra Redaelli racconta Gala Dalì in prima persona nel suo nuovo libro

Nel libro La musa surreale, Alessandra Redaelli ripercorre, attraverso la voce della stessa protagonista, la vita della musa di Salvador Dalì, non solo come compagna del celebre pittore, ma come una figura indipendente, capace di determinare il proprio destino.

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno