Il Palio di Siena tra arte e storia (pt.3)

C’è un museo diffuso all’interno delle vecchie mura che circondano Siena nelle sedi storiche delle diciassette contrade dove sono custoditi  i Drappelloni vinti durante il famoso Palio. Prima di essere vinto dalle contrade il Dipinto fatto da artisti di fama internazionale viene presentato al popolo di Siena. Il momento in cui il “Cencio” è presentato è, per l’artista che lo ha dipinto e per la città intera, forse quello più intenso e più atteso, poiché dà inizio alle danze, apre finalmente il sipario sulla Festa (ne abbiamo già parlato qui, e qui)

Vi raccontiamo oggi dei cenci che per motivi diversi hanno subito critiche e addirittura minacce.

Luigi Ontani, Palio del 2002

Il Drappellone dipinto da Luigi Ontani del 2 luglio del 2002 andò all’Istrice. Fu giudicato con favore dai critici, perché rispettava la tradizione, un manufatto di pregio giocato sul ricamo e la pittura. Ma ai senesi non piacque alla presentazione fu fischiato sonoramente, troppo orientaleggiante, e con quel “Joker” appollaiato sul cavallo era quasi blasfemo. La leggenda dice, che Ontani aveva preparato un bozzetto per le ricamatrici senesi dove il suo cavallo era fornito di “importanti” attributi sessuali, ma le signore che avrebbero dovuto lavorarlo con ago e seta si rifiutarono di riprodurlo così fu cancellato e questo naturalmente fece molto arrabbiare l’artista. Comunque,  ancora oggi possiamo dire che è uno dei più belli, nonostante le critiche.

Ali Hassoun, Palio del 2010

Il Cencio dipinto dal pittore libanese Ali Hassoun per la corsa del 2 luglio 2010, vinto dalla Contrada della Selva,  fu tenuto sotto scorta addirittura dalla Digos per le minacce subite. Il dipinto non fu criticato per la sua bellezza o bruttezza, anzi, fu applaudito per più di tre minuti nel cortile del Podestà, ma era stato tacciato di blasfemia, dai principali giornali di area conservatrice,  in quanto dipinto da un pittore di religione musulmana.

In realtà il cencio di Hassoun di blasfemo non ha nulla sulla seta, infatti, primeggia lui, San Giorgio, dentro un’armatura che riflette la luce irradiata dal volto della Madonna. Al posto dell’elmo, il Santo,  porta una kefiah, leggermente rivisitata, che richiama, lo stemma della città di Siena. La corona sul capo della Vergine porta tre simboli: la mezzaluna araba, la croce cristiana e la stella di David. Tre segni monoteistici. Tre significati. Un unico messaggio-auspicio: la pace con l’unione dei popoli.

Charles Szymkowicz, Palio del 2018

Il Drappellone del 16 agosto 2018 dipinto da Charles Szymkowicz e che fu vinto dalla Contrada della Lupa, è entrato nella storia come uno dei più brutti mai visti,  l’arcivescovo di Siena si rifiutò di benedirlo e i senesi ci andarono giù pesanti con  le critiche: “uno dei più brutti degli ultimi 30 anni!”, “vilipendio al palio”, “il voto della Madonna è bruttissimo, il resto è a mala pena tollerabile”, “l’Assunta, sembra una vecchia mendicante”.

Giovanni Gasparro, Palio del 2024

Il Palio di luglio di quest’anno è stato dipinto da Giovanni Gasparro (qui il nostro articolo) dedicato alla Madonna di Provenzano, vinto dalla contrada dell’Onda e corso il 4 luglio (la data per tradizione è il 2 luglio, ma quest’anno, causa pioggia, è stato rinviato). Ma se il suo drappellone è stato accolto con grande favore dal popolo senese, altri guai sono in testa all’artista che è sotto processo a Bari per un altro suo lavoro, il “Martirio di San Simonino da Trento”, Gasparro è accusato di istigazione all’odio razziale con connotati antisemiti.

Giovanni Gasparro Martirio di San Simonino da Trento

Riccardo Guasco “Rik” il Drappellone di agosto 2024

Il 10 agosto è stato svelato il drappellone dipinto per la carriera del 16 agosto che quest’anno è stato affidato a Riccardo Guasco, noto anche con lo pseudonimo di “Rik”, illustratore, pittore e grafico, classe 1975, conosciuto per i suoi manifesti influenzati da movimenti come il cubismo e il futurismo. Accolto con un lungo applauso dai senesi.

Il Drappellone di Rik

Ogni drappellone è un’opera d’arte unica, che riflette la visione e lo stile dell’artista, oltre a catturare l’essenza e la storia della città di Siena.

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