I musei nei Paesi Bassi diventano centri estetici

La creativa protesta contro la decisione del governo di non riaprire i musei a causa del Covid

Circa 70 musei dei Paesi Bassi sono stati coinvolti nell’iniziativa ironica e creativa, intitolata Theatre Hairdresser, portata avanti dai due comici Diederik Ebbinge e Sanne Wallis de Vries, trasformandosi in centri estetici e palestre temporanee.

Il motivo scatenante è la decisione del governo olandese di non riaprire musei, gallerie e luoghi dedicati alla cultura a causa di numerosi contagi. 

Le restrizioni però, sembrano riguardare solo il settore artistico e culturale, poiché a inizio gennaio, il governo ha allentato alcune misure, riaprendo centri estetici, palestre e altri servizi.

Courtesy (Peter Dejong/AP)

I due comici parlano a nome di tutto il settore artistico e culturale, mettendo in evidenza la controversa decisione del primo ministro olandese Mark Rutte.

Così, il 19 gennaio, i visitatori del Museo Van Gogh hanno potuto tagliarsi i capelli sullo sfondo delle opere-icona dell’artista olandese e prendere lezioni di yoga al Museo di Amsterdam nel bel mezzo della mostra sulla Carrozza d’Oro in corso. 

Se Ebbinge e De Vries hanno affermato di essere lieti di poter  “attirare l’attenzione sulla terribile situazione del settore culturale in modo giocoso e secondo le regole”, alcuni sindaci delle città olandesi hanno promesso di reprimere le proteste di Theatre Hairdresser, sottolineando che le linee guida del coronavirus non dovrebbero essere violate.

In un modo o nell’altro, il flash mob anticonformista non è stato ignorato dal governo, che si è dimostrato vicino alle istituzioni culturali, affermando però di non poter promettere nell’immediato alcun cambiamento rispetto ai provvedimenti presi. 

Cover Photo Credits: Courtesy Peter Dejong/A

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