Dal 14 al 17 aprile si terrà la cinquantaseiesima edizione del Vinitaly, la Fiera Internazionale del Vino e dei liquori, a Verona. Nell’ambito della nostra inchiesta a puntate dedicata agli hotel d’arte italiani (nelle puntate precedenti abbiamo presentato gli Art Hotel a Milano, a Roma e a Venezia), ecco un’ottima occasione per parlare degli Art Hotel veronesi che potreste visitare e vivere tra un bicchiere di vino e l’altro.
Sono sempre quattro gli hotel dedicati all’Arte che vi presentiamo, l’arte declinata in modi e con media diversi. Ecco quelli di Verona.
Muraless Art Hotel
Iniziamo con quello dedicato all’arte di strada, che negli anni è diventata sempre più interessante e che prepotentemente è entrata nei musei, nelle nostre case e negli alberghi.
Il Muraless Art Hotel nasce dal recupero dell’ex Hotel Cristallo, il progetto, curato dalla critica d’arte Chiara Canali, con la collaborazione della galleria milanese Deodato Arte e di Andrea Zamengo (in arte Chill Surrealism), ha coinvolto 50 street artist di fama nazionale e internazionale. Gli artisti si sono cimentati a dipingere sulla facciata esterna, negli spazi comuni e sulle pareti di 94 stanze a tema Made in Italy: nei settori vino, opera lirica, cinema, motori, arte, architettura, design, storia, scienza, cibo, moda e musica.
Tra i nomi degli artisti coinvolti spicca quello dello street artist francese Mr. Brainwash (pseudonimo di Thierry Guetta, Garges-lès-Gonesse, 1966) che raggiunge la notorietà grazie all’incontro con Banksy, con cui Mr. Brainwash ha collaborato per la realizzazione del film Exit Through the Giftshop, documentario del 2010 incentrato sulla vita e le opere del misterioso street artist originario di Bristol. I suoi lavori sono intrisi di riferimenti alla Pop Art. Se l’ispirazione più diretta è l’arte del collega Banksy, non mancano riferimenti ad Andy Warhol e Keith Haring, ai supereroi dei fumetti, ai classici della Disney e alle icone della storia classica e moderna. La Monna Lisa, Marilyn Monroe, Albert Einstein che regge un cartello con la scritta “Love is the Answer”, Mickey Mouse e Minnie che si abbracciano sono i simboli eterni di amore e rispetto reciproco che compaiono nell’intervento di Mr. Brainwash sulla facciata del Muraless Art Hotel.
Ogni camera è diversa dall’altra e permette ad ogni soggiorno di immergersi in una nuova atmosfera che alterna mood rilassanti ad altri energizzanti, a seconda del tema. Moda, musica, motori, vino e design, ciascuno ha la possibilità di abbracciare la propria passione e di viverla in una dimensione inedita. Sono stati chiamati le storiche firme del writing italiano (Joys, Etnik, Wubik, Frode, Gatto, Mister Thoms, MrFijodoor) i nomi migliori della Street Art e del Muralismo (Neve, Cheone, Vesod, Seacreative, Refreshink, Casciu, Luca Font, Ufo5, Ale Puro) e gli esponenti delle nuove generazioni (Chill Surrealism, Luogocomune, Rise, Soler). E ancora Coquelicot Mafille, Nais, Senso, Octofly. E poi artisti ibridi, come Mr. Savethewall, che si muove tra street art e neopop, e che nell’hotel ha firmato una camera molto iconica, quella dedicata al maestro del Neoclassicismo Antonio Canova. Dagli spazi comuni alle camere, l’ineguagliabile struttura accompagna l’ospite in un personalissimo viaggio tra fantasia e realtà. Una strada di colore culmina nell’ingresso dove il pavimento della hall è protagonista grazie al dipinto di Agron Hoti, artista visuale contemporaneo di fama internazionale che con la sua tecnica crea esplosioni di colore di rara energia.
Byblos ArtHotel Villa Amistà
Per chi ama l’arte contemporanea entrare nel Byblos ArtHotel Villa Amistà, è come entrare nel Paese delle meraviglie di Alice. L’antica villa veneziana del 1500, situata su un colle, in località Corrubbio, nel cuore della Valpolicella, a pochi chilometri da Verona, è stata riportata a nuova vita dall’architetto e designer Alessandro Mendini, dopo gli accurati restauri conservativi dell’intero complesso, costituito dal corpo centrale, due torrioni, dalla chiesa e dal parco di oltre ventimila metri quadrati. Il celebre architetto aveva curato personalmente l’intero progetto d’interior design, inaugurato ufficialmente nel 2005.
L’arte è il filo conduttore che unisce le 58 camere, ognuna delle quali è differente e scaturisce dal genio creativo del maestro. In ogni stanza, nel grande salone, all’ingresso, nel ristorante, nei corridori, nel giardino e in ogni angolo accessibile spiccano gli oggetti e gli arredi dei più importanti designer internazionali come: Gio Ponti, Eero Saarinen, di F.L. Wright, Aldo Rossi, Philippe Starck, Ron Arad, Gaetano Pesce, Anna Gili, Patricia Urquiola, Harrison & Gil, Marcel Wanders, Ettore Sottsass, Luca Sacchetti.
Il tutto in perfetto equilibrio con le oltre 150 opere d’arte contemporanea del calibro di Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Peter Halley, Demian Hirst, Anish Kapoorm, Marc Quinn, Cindy Shermann, Giorgio de Chirico Enrico, De Paris, Andy Warhol, Sandro Chia, Peter Halley, Damien Hirst, Robert Indiana, Anish Kapoor, Kimsooja, Sol LeWitt, Beatriz Millar, Begoña Montalban, Takashi Murakami, Luigi Ontani, Piero Manzoni, Mimmo Paladino, Giulio Paolini. E ancora, Patricia Piccinini, Arnaldo Pomodoro, Marc Quinn, Mimmo Rotella, Cindy Sherman, Sissi, Tom Wesselmann, Jim Dine, Marina Abramovic, Jean Michel Othoniel, Jelena Vasiljev, Tony Cragg, Giuliano Vangi.
Con opere realizzate “site specific”. Arte e design si fondono in quest’affascinante scenografia. Sulle pareti del grande salone, con un maestoso lampadario in vetro di Murano, si stagliano le straordinarie fotografie di Vanessa Beecroft, corpi nudi di ragazze diafane dai capelli rossi. L’artista spagnola Begoña Montalbàn è la creatrice dei corpi femminili immaginati in creature eteree, dai tratti androgini, umanizzate solo dal trucco marcato su occhi e labbra. In una delle tre sale da pranzo, spiccano le opere dell’artista calabrese Mimmo Rotella, celebre per i suoi décollages, lavori realizzati appositamente per Byblos con i brandelli dei manifesti pubblicitari del noto marchio di moda.
Il Peter’s Bar è dedicato a Peter Halley, uno dei maggiori protagonisti dell’arte americana contemporanea. Senza dimenticare i due dipinti di Giorgio De Chirico. E ancora le opere dell’artista giapponese Takashi Murakami, noto per la sua estetica influenzata dai manga e dall’animazione, nonché per il suo approccio distintivo al postmodernismo che lui chiama “Superflat”, le sculture Minimal Art del caposcuola americano Sol LeWitt, e i lavori site specific del maestro dell’arte concettuale italiana Giulio Paolini. Anche la Pop Art è ben rappresentata con l’iconografica Marilyn Monroe creata da Andy Warhol. I corridoi che conducono alle camere, poi, sono anch’essi frutto di creazioni artistiche inimmaginabili, uno dei quali interamente dedicato alla Street Art.
Hotel Indigo Verona – Grand Hotel Des Arts
Dedicato interamente alla storia di Verona l’Hotel Indigo Verona – Grand Hotel Des Arts, che nel tempo ha saputo conservare la sua storia e il suo fascino unico. A pochi minuti a piedi da piazza Brà e dall’Arena, sorge sull’elegante Corso Porta Nuova. Non un qualsiasi palazzo antico ben tenuto come ce ne sono tanti a Verona: le finiture, le ampie terrazze della facciata, le colonne, i fregi e le forme liberty tradiscono un passato nobile. L’edificio mutato in grande albergo nel 1945 senza che fossero alterate le linee architettoniche, era infatti una villa edificata nei primi anni Venti dall’aristocratica famiglia austriaca Reichenbach e lo si intuisce passeggiando nei saloni e gli ampi corridoi che mettono in comunicazione le 62 eleganti camere che richiamano alla ‘lirica’ e si affacciano sul giardino interno o sul Corso.
Frutto di un attento restyling curato dallo studio The Hickson Design Partnership, con base a Torino e Londra, che si è ispirato al teatro di Shakespeare, all’Arena, all’Opera lirica, richiamando il sentito fil rouge che lega la città a Maria Callas. Il più rilevante soprano del Novecento, nacque artisticamente a Verona il 2 agosto 1947, quando ancora ventiquattrenne, debuttò ne La Gioconda di Amilcare Ponchielli, entrando nel firmamento della lirica internazionale.
Tutto qui si ispira alla storia di Verona, la moquette ricorda il giardino dove Romeo e Giulietta si incontravano, gli specchi sono le loro anime che si riflettono, il ricevimento sembra una quinta di scena, il bancone del bar è rivestito con una serie di cornici diverse in un efficace gioco armonico che riporta alle numerose opere d’arte presenti nell’albergo. L’hotel veronese, infatti, prende il nome dalla galleria permanente che si sviluppa al suo interno, con opere d’arte di celebri artisti dislocate nei diversi ambienti e fruibili come se fosse un museo. Il Disco in forma di rosa del deserto di Arnaldo Pomodoro collocato proprio all’entrata e le opere di maestri del Novecento, come Manzù, Cascella, Ciardi, Minguzzi, Purificato, Murer.
Il restyling, sviluppato in collaborazione, appunto, con lo studio THDP ha bilanciato con cura il nuovo e l’antico, rivelando, ove fosse opportuno, la storia dell’edificio originale e dando valore alle opere d’arte presenti. Per l’allestimento della collezione d’arte all’interno dell’hotel, gli architetti si sono ispirati al progetto museale di Carlo Scarpa della Gipsoteca Canoviana di Possagno (TV) che ha introdotto il ferro battuto e il legno per piedistalli e basi di appoggio delle opere.
Due torri Hotel Verona
Nel cuore del centro storico di Verona, affacciato sulla Chiesa di Sant’Anastasia, a due passi dal balcone di Giulietta, da Piazza Bra e dall’Arena, sorge il Due Torri Hotel, prestigioso custode delle memorie della città. L’edificio, risalente al 1300, ha attraversato secoli di storia cittadina, dagli scaligeri alla dominazione veneziana, dall’impero Asburgico al Risorgimento, dagli anni spensierati della Dolce Vita ad oggi, ospitando i più importanti personaggi di ogni epoca.
Nel Lounge & Restaurant su ampie porzioni di pareti sono rappresentate scene di vita circense ricche di animazione: carrozzoni del circo, acrobati, giocolieri, funamboli, domatori, pagliacci, ballerine e tanti animali. La struttura è decisamente particolare, le scene proseguono verso l’alto, fino al soffitto, che si presenta leggermente curvo. Ogni elemento contribuisce a suggerire la struttura portante di un tendone del circo, dando vita a una colorata allegoria che regala un’atmosfera speciale alla sala meeting dell’Hotel, è l’Arena Casarini, un autentico capolavoro, firmato da uno dei più grandi maestri affreschisti del secolo scorso. Grazie ai lavori di restauro realizzati negli ultimi anni dai nuovi proprietari è stato possibile restituirla all’antico splendore.
Pino Casarini, classe 1897, apprezzato artista eclettico, dipingeva regolarmente le scenografie delle stagioni liriche dell’Arena. Al Due Torri Casarini ha raffigurato un circo equestre ispirandosi ai pannelli scenografici di una rappresentazione teatrale o di un’opera. Il movimento delle figure circensi dipinte nelle specchiature decorate viene ripreso ed esaltato dalla particolare struttura della sala, in un dialogo senza fine. Un “effetto speciale” colorato, allegro e dinamico, perfettamente coerente con l’immaginario di un circo itinerante. Siamo a due passi dal balcone della Giulietta narrata da Shakespeare, e dall’Arena, culla della musica lirica italiana e internazionale, nel dedalo di strade romane della Verona più antica.
Dai primi del ‘400 fino al 1730 l’edificio appartenne alla famiglia Bordieri, originari del bresciano. Furono loro ad adibire il palazzo a locanda, nel 1674 la città, fiorente snodo culturale ed economico, si stava ancora riprendendo dalla grande peste del 1630, che sterminò più di metà della popolazione. Si trattava di un albergo di prim’ordine, le sue stanze ospitarono le grandi personalità dell’epoca, da Mozart, che vi soggiornò appena tredicenne, a Goethe.
Subentrarono poi la famiglia degli Zenobi, e poi quella degli Arvedi, che trasformarono la locanda in Grand Hotel Imperiale. Nel XIX secolo il palazzo fu anche teatro di importanti eventi storici, come l’incoronazione a re di Francia del Conte di Lille, come re Luigi XVII di Francia e la firma del Trattato di Villafranca tra Napoleone III, Vittorio Emanuele II, l’Arciduca Ranieri e il maresciallo Radetzky. Nel 1866 dal balcone dell’hotel Giuseppe Garibaldi parlò ai veronesi, affacciato su Piazza Santa Anastasia.
Nel dopoguerra, Enrico Wallner trasformò la vecchia struttura in hotel di lusso. Commissionò il progetto a Carlo Scarpa e Giò Ponti, ma deluso dalle soluzioni proposte affidò l’incarico a due veronesi, l’ingegnere Alessandro Polo e il pittore Pino Casarini, già artista affermato. L’arredamento fu curato dallo stesso Wallner, che fece incetta di mobili antichi in stile Biedermeier e porcellane pregiate. Le maggiori personalità italiane e internazionali sono state ospitate dal Due Torri: Vittorio De Sica, Alida Valli, Anna Magnani, Giulio Andreotti, Giovanni Spadolini, Rita Levi Montalcini, Margaret Thatcher e Placido Domingo.
Il nostro viaggio negli Arthotel continua, e chissà dove ci porterà nella prossima puntata…