Incalmi, eccellenza italiana nell’alta manifattura, porta ad Arte Laguna Prize il progetto artistico Il Vuoto di Trayma di Caterina Roppo, un’opera che si addentra nei meandri del trauma e della resilienza attraverso una ricerca che unisce tecniche artigianali e una forte poetica contemporanea. La mostra, visitabile dal 17 novembre all’8 dicembre 2024presso l’Arsenale Nord di Venezia, è il frutto di un Premio Speciale istituito quest’anno da Incalmi in collaborazione con Arte Laguna Prize per sostenere giovani talenti emergenti.
L’azienda, nota per la sua capacità di fondere innovazione e tradizione, ha sviluppato insieme all’artista un processo creativo che esplora materiali e lavorazioni quali il rame smaltato, il tessuto e la pietra. Il Vuoto di Trayma non è solo un’opera d’arte, ma un percorso emozionale che attraversa i temi della perdita e del superamento. Il titolo trae origine dal termine greco trayma, che significa ferita o lacerazione, e diventa qui simbolo delle cicatrici invisibili lasciate dai traumi personali e collettivi, con un focus sul femminicidio e sul peso delle storie non raccontate.
Il centro dell’installazione è dominato da una figura femminile sospesa, avvolta in tessuto Trayma e smaltata in rame. Questo corpo senza volto rappresenta l’assenza, il vuoto lasciato dalle vittime di violenza, ma anche la forza di una memoria che resiste e si trasforma. Intorno a lei, cinque pietre grezze, recuperate da una cava nei pressi di Trani, dialogano con sculture in rame smaltato di rosso. Questi elementi, uniti in un equilibrio di forza e vulnerabilità, simboleggiano il legame con le origini familiari e la possibilità di rigenerazione.
Il diario d’artista, che accompagna l’installazione, arricchisce il progetto con una riflessione scritta che ripercorre le tappe del processo creativo e le risonanze emotive di questa collaborazione. Per Caterina Roppo, il trauma è un elemento che ci definisce ma che, al contempo, può essere rielaborato come opportunità di crescita. Le pietre, scolpite dalla natura, diventano metafora del tempo e della trasformazione, mentre il rame, con la sua superficie lucida e resistente, rappresenta una pelle simbolica che protegge, ma al contempo rivela le fragilità sottostanti.
La tecnica dello smalto a fuoco, una lavorazione antica e spesso poco conosciuta, gioca un ruolo fondamentale nel conferire ai materiali nuove identità. Sotto l’azione del calore, i pigmenti smaltati si fondono al rame, creando superfici dai colori vibranti e dettagli unici, che evocano la tensione tra il passato e il presente, tra ferita e guarigione. Il tessuto Trayma, utilizzato per rivestire la figura sospesa, diventa invece un simbolo della comunità, capace di proteggere o amplificare il dolore, in un costante gioco di supporto e distacco.
Per Incalmi, questa collaborazione rappresenta un’ulteriore conferma della sua missione: dare nuova vita a tradizioni artigianali attraverso il dialogo con il design e l’arte contemporanea. “Abbiamo messo alla prova il fuoco, il rame, il tessuto e la pietra, ognuno con la sua capacità unica di trasformare e trasmettere,” racconta Caterina Roppo, sottolineando come il supporto di Incalmi sia stato fondamentale per tradurre la sua visione in un’opera tangibile.
Il Vuoto di Trayma offre una narrazione stratificata e densa di significati. La ferita del trauma, esplorata nei suoi aspetti più intimi e collettivi, si manifesta qui non solo come una perdita, ma anche come un segno indelebile che plasma identità e relazioni. Proprio come le pietre si modellano sotto l’azione degli elementi naturali, il trauma può essere trasformato in una nuova consapevolezza, in una possibilità di rinascita.
Il progetto evidenzia anche una componente di denuncia sociale. La figura femminile sospesa rappresenta le tante vite spezzate dalla violenza di genere, un tema che Caterina Roppo affronta con coraggio e sensibilità. Allo stesso tempo, i materiali scelti – pietre, rame e tessuto – testimoniano una ricerca che si nutre di un dialogo profondo tra tradizione e innovazione, tra fragilità e forza.