Il ricordo di Ren Hang

Esattamente un anno fa moriva il fotografo e poeta Ren Hang, faro nella notte per una nuova generazione di artisti cinesi.

renhang.org

Nato in Cina nel 1987 nella città di Jilin, a 18anni Ren Hang decise di trasferirsi nella capitale cinese, Beijing, per studiare pubblicità.
Durante questi anni, annoiato dai corsi universitari, viene attratto magneticamente dal corpo del suo compagno di stanza e inizia a scattargli fotografie, da autodidatta. La nudità del suo compagno diventa quindi subito fonte d’ispirazione principale per l’artista, e continuerà a influenzare temi e realizzazione della sua opere durante il corso degli anni.

E’ chiaro sin da subito la potenza del suo linguaggio e la naturalezza con cui Ren riesca a cogliere le forme e la bellezza dei corpi, e la sua abilità nel creare un mondo immaginario distante dalla mentalità conservatrice e censoria cinese.

Nel corso degli anni, Ren Hang decide quindi di dedicarsi completamente alla fotografia e continua a ritrarre i suoi amici e, successivamente, i fan. Le immagini proposte sono sempre fotografie di nudo spesso inserite in contesti naturali in grado di creare un universo autentico e libero. Un paradiso distante da ogni declinazione spaziale e temporale.

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Guardando ogni sua fotografia colpisce immediatamente l’abilità nell’orchestrare i corpi dei modelli, nel riuscire a spingerli al di là dei loro limiti. Mani, gambe, seni, dita sono utilizzati come singoli pezzi di un puzzle capaci di creare immaginari evocativi.
All’interno di questo scenario il genere delle persone ritratte non è un punto centrale. Ogni singolo modello è nudo, magro, rasato e completamente a disposizione della messa in scena, esattamente come il modello precedente.
Come dichiarò:

 “Gender… only matters to me when I’m having sex”

renhang.org

 

dazeddigital.com

Nonostante riesca a raggiungere molto presto la fama internazionale con mostre personali ad Anversa, Atene, Bangkok, Copenhagen, Francoforte, Hong Kong, Marsiglia, New York, Parigi e Vienna, incappa quasi subito nella censura cinese che lo accusa diverse volte, sino al punto di arrestarlo per i suoi lavori contrari al buon costume.

In risposta il fotografo, fedele a se stesso, non è disposto a cambiare il suo stile e il suo modo di essere, dichiara più volte che il suo lavoro non ha in sé una critica al sistema di valori e alla politica della Cina, ma vuole semplicemente rappresentare il corpo e la sessualità della popolazione dello stato asiatico.
Come si può leggere in un intervista rilasciata al British Journal of Photography:

“My pictures’ politics have nothing to do with China. It’s Chinese politics that wants to interfere with my art,”

o come possiamo leggere  in “Tribute to Ren Hang” della  Taschen:

“I don’t really view my work as taboo, because I don’t think so much in cultural context, or political context. I don’t intentionally push boundaries, I just do what I do.”

Nonostante i problemi con le autorità cinesi, non smette di creare le sue opere e riesce ad attirare l’attenzione e il supporto dell’artista cinese sovversivo per eccellenza, Ai Weiwei, che include Ren nel 2013 nella sua mostra in Olanda, Fuck Off 2 The Sequel.

groningermuseum.nl

Dopo questa ulteriore consacrazione della sua opera, Ren Hang attira sempre più l’attenzione su di sé riscuotendo consenso da critica e pubblico, sino alla notte del 24 Febbraio 2017, data in cui l’artista, all’apice della sua carriera, decide di togliersi la vita.

Ren ha infatti sempre lottato contro una forma di depressione cronica che ha condizionato la sua vita e la sua arte.
Oltre le immagini, l’artista ci ha lasciato in eredità molte poesie raccolte nel suo blog. Uno dei capitoli principali si chiama My Depression, in cui si può leggere la continua lotta contro se stesso e il suo rapporto complicato con la vita.
In uno dei passi di un post pubblicato nel Luglio 2014 scriveva:

“Life is indeed a

Precious gift

But I often feel

It seems to send the wrong man”

Screenshot | renhang.org

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