Francesca Fiore pittrice lucana membro di The Perceptive Group, sarà protagonista di un approfondimento critico il prossimo 28 Luglio ore 17.00 presso Palazzo Albrizzi Capello a Venezia, sede del Padiglione Nazionale Grenada alla 60. Biennale di Venezia Arte.
L’artista è stata recensita – tra gli altri – anche dal critico d’arte Vittorio Sgarbi che definisce la sua arte «incentrata sulla raffigurazione di paesaggi naturalistici e nature morte, risalenti a visioni interiori rese pittoricamente attraverso forme morbide e sicure […]. Una precisa ricerca stilistica che guarda allo spazio intimo della sottaciuta natura psicologica delle cose».
Francesca Fiore, porterà in mostra Ninfee, un’opera dai tratti altamente elegiaci che vuole rappresentare la speranza di un dialogo sempre più proficuo, rispettoso e pacifico tra uomo e natura.
La critica d’arte Dott.ssa Ariadne Caccavale a proposito della produzione della pittrice dichiara: «Da sempre cantrice dei poemi del quotidiano, Francesca Fiore ne ricava scene di inusitata bellezza…con una particolare attenzione al dato botanico. Canestri e vasi ricolmi di frutta e fiori si susseguono gaudenti dinanzi agli occhi dell’osservatore, non tanto quale monito o memento mori, come accadeva nel Seicento, quanto come celebrazione del Creato, dei suoi equilibri perfetti e fragili al contempo, dei doni che esso offre. In tali orchestrazioni, le cromie rispecchiano il naturale alternarsi delle stagioni, dalle morbide e calde palette autunnali, accarezzate dal tepore del focolare domestico. Ninfee è un’opera singolare della produzione della Nostra, un amalgama di diversi stili e tecniche ove la figurazione dismette le sue vesti canoniche per smaterializzarsi e convivere con delle forme inusitate. Nella tela in esame, l’acqua, foriera di vita, anima e vivifica i fiori, che da essa traggono nutrimento. Sulla sua superficie, cullate dall’armonioso moto ondoso, le ninfee galleggiano, volteggiando e danzando al ritmo di un placido e rilassato componimento arcadico».
L’elemento naturalistico è occasione non solo per imbastire un collegamento tra mondo naturale e esperienza umana, ma, anche per pensare il mondo come unica unità, stesso spazio su cui tessere – secondo gli insegnamenti dell’intellettuale martinicano Edouard Glissant – la “poetica della relazione”.