L’eredità poliedrica di Concetto Pozzati in mostra a Bologna

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«Ho sempre voluto tramare, ora vorrei solo tramandare» 

Concetto Pozzati

Quello che ci tramanda Concetto Pozzati è un patrimonio poliedrico, multiforme, un viaggio dalla Pop Art, all’informale, al concettuale, in mostra dal 27 ottobre all’11 febbraio a Palazzo Fava a Bologna.

L’esposizione, curata da Maura Pozzati (critica d’arte, docente, direttrice e curatrice dell’Archivio Pozzati) è la prima grande mostra antologica dell’artista che propone un’immagine completa dell’artista a cinque anni dalla sua scomparsa.

A fare da sfondo sono i cicli di affreschi dei fratelli Carracci a Palazzo Fava a Bologna: il clima cinquecentesco si apre in dialogo con l’arte contemporanea. La vita artistica di Pozzati, dedicata alla pittura e al disegno, è ripercorsa non in ordine cronologico, ma per tematiche, con circa cinquanta opere provenienti dall’Archivio Pozzati, alcune inedite o non esposte da tanto tempo. 

Concetto Pozzati XXL, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni | Genus Bononiae, Bologna. Foto Elettra Bastoni

Ad aprire la mostra sono 4 grandi dittici realizzati dall’artista tra il 2007 e il 2010, che mostrano l’intimità del pensiero di Pozzati, il legame con la moglie, gli oggetti familiari, l’arte. Gli oggetti immobili di Pozzati ci parlano di lui e per lui, acquistano un valore universale per diventare espressione artistica del quotidiano. Così come l’opera dedicata alla moglie, Ciao Roberta (2007), ci restituisce la dimensione sospesa nel tempo di un amore tra coniugi che continua dopo la morte. 

La monumentale opera Dopo il tutto (1980), questa volta su carta, costituita da 301 disegni meticolosamente ordinati e numerati, si trasforma in un inventario per la memoria del tempo, con richiami ai pittori del passato e alle sue opere pregresse. Il tutto reso possibile dal disegno e dal collage, tecniche che gli permettevano di far galleggiare nello stesso spazio elementi differenti, fogli, icone, cose, sagome e colori.

«Disegnare non è un esercizio ma un pensiero, un’idea, una ginnastica eidetica ispessita dalla ginnastica dell’occhio che spia nei dintorni del segno tra una pausa e l’altra. È una cartografia immaginaria, a volte esasperata da pentimenti e da ostacoli, richiami, accumuli, sovrapposizioni. Disegnare è una necessità» [Concetto Pozzati].

Per l’artista il tempo fu una costante: nel ciclo dedicato alle buste delle lettere, il tempo è ritrovato ma sospeso con lettere mai spedite, rimaste bianche, con appunti amorosi mai recapitati.

Concetto Pozzati XXL, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni | Genus Bononiae, Bologna. Foto Elettra Bastoni

Nel 2012 si scaglia contro il tempo globalizzato e capitalista con il ciclo Occupato, rappresentato da vecchi telefoni con la cornetta. Pozzati cerca di mettere davanti allo spettatore l’incomunicabilità nel dialogo dei tempi moderni: il messaggio è quello di interrompere l’incessante flusso di comunicazioni ormai senza fili, creando linee occupate e intrecci indistricabili per scollegare virtualmente e creare un nuovo flusso di comunicazione. 

Una delle ultime sale, che i Carracci hanno dedicato al suicidio di Didone, si colora di rosa, di un rosso incandescente, di una carica femminile sensuale in cui l’origine del mondo unisce l’inizio e la fine della sua carriera artistica. L’insieme della sala, tra le figure dei Carracci e le anatomie di Pozzati rimandano alla femminilità, all’amore, come si legge negli ultimi lasciti dell’artista: «Il dio Eros, dio dell’amore, libido, istinto, impulso, pulsione erotica».

Sono esposti insieme il quadro più vecchio presente in mostra, J. ovvero la sottomissione (1964) e l’ultimo dipinto realizzato da Concetto Pozzati prima di morire dedicato alla vulva dal titolo Vulv’are (2016), accompagnati due grandi rose del 1969.

Pozzati ha trascorso un’intera esistenza dedicata alla pittura. Fino a pochi giorni prima della sua morte, continuava a progettare nuove mostre: Concetto Pozzati XLL da conto della profondità artistica ed intellettuale dell’artista veneto, scomparso il 1 agosto del 2017 proprio a Bologna. 

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