Arte contemporanea e meme: abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’ideatore del progetto Make Italian Art Great Again.
Negli ultimi due anni il meme ha invaso il web tanto da ricevere la sua consacrazione intellettuale, affermandosi, di fatto, come un linguaggio contemporaneo a tutti gli effetti. Grazie alla loro immediatezza, ironia e semplicità, si può affermare che i meme siano la forma di espressione più potente che conosciamo. Anche l’arte contemporanea è stata investita da questo fenomeno di massa! Il contemporaneo ha così trovato nuovi appassionati grazie a un nuovo modo di comunicare l’arte, che è sì divertente ma, allo stesso tempo, fa riflettere sulla situazione attuale del sistema dell’arte. Volete saperne di più a riguardo? La parola dunque allo specialist Giulio Alvigini, autore dalla pagina Make Italian Art Great Again. Qui la sua pagina Facebook.
Courtesy Make Italian Art Great Again
1) Giulio Alvigini: chi sei? Un artista, un memer o entrambi?
Sono un giovane entrambi semplice. Ma non credo molto nelle categorie prestabilite.
2) Come descriveresti il tuo stile comunicativo con tre aggettivi?
Sarcastico, idiota, isterico. Aggiungo un quarto che è il jolly: innamorato, di cosa o di chi lascio decidere a voi.
3) Si sa, ironia e arte contemporanea non sono mai andate a braccetto, anche se oggi grazie ai meme e ai fotomontaggi si sta sdoganando l’ idea di “arte contemporanea come luogo elitario e paludato”. Cosa pensi di questo nuovo modo di comunicare l’arte?
Il rapporto tra l’arte e la (sua) comunicazione è sempre stato molto complesso se non addirittura equivoco. Oggi molto spesso la portata comunicativa di un evento o contenuto artistico supera di gran lunga il suo effettivo valore semiotico innescando, inevitabilmente, quell’effetto di aspettativa mancata che caratterizza non di rado i commenti a fine visita. Dall’altra parte abbiamo la possibilità di una democratizzazione che permette l’allargamento dell’offerta a target di pubblico molto più vasti e prima difficilmente intercettabili oltre a un giusto rinnovamento della proposta verso i segmenti di pubblico già consolidati e stabili. Difficile definire la positività o meno e le conseguenze che tali modalità apporteranno alla fruizione dell’arte nei prossimi anni, di cui già percepiamo le modificazioni; resta il fatto che di fronte a i nuovi media che la contemporaneità ci offre – e il meme è senza dubbio l’immagine disturbante del disagio della nostra società – diventa necessario servirsene e sfruttarli per interpretare al meglio le contraddizione del nostro tempo.
4) Come costruisci i tuoi meme e quale messaggio vuoi veicolare attraverso loro?
La costruzione dei meme è molto semplice, oggi con le varie app possiamo sfornare in pochi minuti le nostre creazioni personali. “Benvenuti nell’era della “normificazione!” urlerebbe qualcuno, ma questo è un altro discorso. In linea di massima, la riflessione dei miei meme ruota attorno alla dinamiche del sistema dell’arte contemporanea italiano, attraverso una lettura di quelli che sono i meccanismi e le incoerenze che connotano il mondo dell’arte, senza comunque scadere nella critica.
5) Il sarcasmo per dire la verità: cosa ne pensi del sistema dell’arte italiano
Sul sistema dell’arte nostrano si dicono sempre le stesse cose, tanto che diventa difficile scindere un’analisi oggettiva e ben calibrata dal pensiero e malcontento comune.
Personalmente, mi piace considerare il sistema dell’arte italiano come un’opera.
6) C’è speranza, secondo te, per il giovane artista italiano semplice per praticare questo mestiere?
Più che di speranza, credo sia più un fatto di determinazione e impegno. L’artista italiano è un soggetto antropologico di affascinante interesse: vive un complesso di presunzione e supponenza dovuto alla stratificazione culturale di cui si sente incarnazione e simultaneamente un complesso di inferiorità nei confronti dei colleghi internazionali apparentemente (?) più fortunati. La storia dell’arte recente, sembra premiare quelle personalità che più di altre hanno saputo interpretare al meglio una sorta di stereotipia italiana, valorizzando globalmente i valori più esotici della nostra cultura: gli artisti italiani sono più bravi quando fanno gli artisti italiani, sembrerebbe. Ma non voglio essere frainteso per aver dato una lettura nazionalpop o troppo superficiale di una situazione troppo grande. “Lotta per te, lotta per noi”.
7) Visto che l’obiettivo di Artuu è quello di comunicare l’arte in maniera nuova, giovane e ironica (in linea quindi con i tuoi intenti) che ne dici di tenere una tua rubrica sul magazine per divulgare le tue creazioni?
Dove devo firmare?