L’artista cinese Tehching Hsieh ha ottenuto il riconoscimento che merita attraverso le sue performance estreme con a tema il tempo
Tehching Hsieh (1950) è un artista cinese. I suoi progetti più noti sono le performance della durata di un anno che ha iniziato a praticare a New York dagli anni ’70.
Nel 1999 l’artista è uscito dall’esilio dalla condivisione della sua produzione artistica che si era auto-imposto 13 anni prima, al suo ritorno le sue performance avevano attratto l’attenzione del mondo dell’arte.
Le ormai celebri “One Year Performance” di Tehching Hsieh sono le opere con cui l’artista esplora il tema del tempo, suddiviso tra il tempo della vita e il tempo della performance. Lavori che hanno richiesto un enorme sacrificio fisico e mentale.
Le prime performance si sono tenute a Taiwan, città di origine di Hsieh. Formati embrionali dei lavori che avrebbe portato a termine a New York.
One Year Performance by Hsieh (1978-1979)
La prima “One Year Performance” si tiene a New York nel 1978. Il 30 settembre di quell’anno Hsieh si confina in una cella all’interno del suo studio cittadino per un anno.
Un amico porterà quotidianamente da mangiare all’artista a cui è proibito leggere, conversare, guardare la televisione e ascoltare la radio. La totale osservazione delle regole e il rispetto del tempo della performance vengono certificate da un avvocato.
One Year Performance (1980-1981)
In questa seconda versione della performance annuale, Hsieh si obbliga a colpire con un pugno un orologio situato nel suo studio ogni ora, per poi lasciare immediatamente la stanza e non fare ritorno fino alla prossima ora.
Per testimoniare la validità della performance, un testimone è invitato a firmare un’apposita dichiarazione al termine di ogni giorno dell’intero anno. In caso non bastasse, ogni colpo viene filmato dall’artista, che inizia la performance con la testa rasata così che la crescita dei capelli indichi la corretta successione temporale dei filmati.
One Year Performance (1981-1982)
Nella più estrema delle performance della serie, Hsieh si impegna a vivere per un intero anno all’aperto, senza nessuna possibilità di entrare in spazi chiusi e riparati come edifici, tende, stazioni e mezzi di trasporto. L’unico riparo concesso è quello offerto da un sacco a pelo.
Questa è sicuramente la performance più dura dell’artista dal punto di vista fisico, documentata da fotografie che mostrano il passare del tempo attraverso il cambiamento delle stagioni e la crescita della chioma dell’artista.
A queste prime tre versioni di “One Year Performance” ne seguono altre due: la prima (1983-1984) in cui l’artista vive per un anno legato alla collega Linda Montano e la seconda (1985-1986) in cui Hsieh si vieta di fare, parlare, leggere d’arte e visitare mostre.
Dal 1986 al 1999 Hsieh si dedica alla sua performance più lunga, “Thirteen Year Plan” prevede che l’artista non possa condividere l’arte prodotta per tredici lunghi anni.
La particolarità del lavoro di Hsieh è che il suo enorme impatto sul trattare il tempo attraverso la Performance Art è difficile da rendere con il materiale testuale e visivo che lo documenta.
Un concetto sfuggevole che l’arte di Hsieh riesce benissimo a catturare nello spazio dell’esibizione e che lo rende uno degli artisti che ha contribuito maggiormente allo sviluppo del tema.